La scuola dell’infanzia non avrà una co-docenza. La maggioranza del Gran Consiglio ha infatti respinto una mozione delle deputate di Più Donne Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini che chiedeva di estendere la doppia docenza anche a tutte le sezioni di scuola dell’infanzia con almeno dodici allievi. «La ricerca di personale per sostituire i docenti sulla pausa pranzo è molto difficoltosa per tutti i Comuni. Il motivo è facile da intuire: si tratta di poche ore di lavoro sul pranzo», afferma Maura Mossi Nembrini. La conseguenza è presto detta: «I docenti non possono beneficiare della dovuta pausa». Ecco quindi che con due docenti, quindi due figure con un impiego più stabile, il problema potrebbe essere risolto.
Ci sono però due problemi secondo il Consiglio di Stato: il sistema scolastico non è in grado di trovare e formare il numero necessario di docenti aggiuntivi per la co-docenza. C’è poi il delicato aspetto finanziario. Questa misura costerebbe ai Comuni circa 46 milioni di franchi in più. Un ostacolo mica da ridere di questi tempi che ha spinto il Consiglio di Stato e la maggioranza della commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’ a schierarsi contro la proposta. È stato quindi approvato il rapporto di maggioranza redatto da Aron Piezzi (Plr).
Non ha invece trovato consenso nemmeno il compromesso proposto dal rapporto di minoranza allestito da Nara Valsangiacomo (Verdi) che proponeva una via di mezzo: non un’unità aggiuntiva per permettere la co-docenza, ma una mezza unità aggiuntiva.
Sul tema della conciliabilità lavoro-famiglia, uno dei principi che stava alla base di questa mozione, si tornerà a parlare all’inizio del 2026 quando è prevista la consegna dell’analisi elaborata dal gruppo di lavoro Decs-Dss sul settore socioeducativo.