Ticino

‘Il lavoro interinale nelle commesse pubbliche deve essere limitato’

È quanto pensa la commissione ‘Economia e lavoro’ che invita ad approvare l'iniziativa generica di Claudio Isabella (Centro)

Sul tema si è espresso anche il Tribunale federale
(Ti-Press)
18 settembre 2025
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L’utilizzo di personale interinale – ovvero lavoratori messi a disposizione per un determinato periodo da agenzie per il lavoro – nelle commesse pubbliche deve essere limitato. È quanto pensa la commissione parlamentare ‘Economia e lavoro’ che all’unanimità invita il Gran Consiglio a sostenere l’iniziativa generica presentata dal Claudio Isabella (Centro) “Interinali 2.0: per garantire la qualità nei lavori!”.

Del tema si discute da tempo, anche perché nel 2021 il Tribunale federale ha parzialmente accolto il ricorso inoltrato dall’associazione mantello delle agenzie interinali e altre sei singole agenzie contro la revisione della legge sulle commesse pubbliche e relativo regolamento di applicazione. Nella revisione, approvata nel 2017, veniva infatti abbinato il personale interinale al subappalto. Un errore secondo i giudici di Mon Repos che hanno però anche riconosciuto come il legislativo cantonale abbia la possibilità e la facoltà di limitare l’impiego di personale interinale nell’ambito di commesso pubbliche “a condizione – si legge nella sentenza citata all’interno del rapporto redatto dal socialista Fabrizio Sirica – che gli interessi siano fondati sui criteri di idoneità o che siano di natura sociale e a condizione che venga rispettato il diritto internazionale e internazionale e la relativa giurisprudenza”. Detto altrimenti: per il Tribunale federale il Ticino può benissimo limitare l'utilizzo di lavoratori interinali nelle commesse pubbliche, ma non può farlo in modi utilizzati con la revisione del 2017.

Da qui l’iniziativa di Isabella, che chiede di tornare sul tema per garantire condizioni lavorative di qualità. Il deputato del Centro indica tre obiettivi considerati dalla commissione ‘Economia e lavoro’ “certamente proporzionali se ponderati all'enorme impatto sociale, e verosimilmente di impoverimento della qualità delle prestazioni lavorative, che la condizione di lavoratore temporaneo ha, negli anni, rappresentato in Ticino”. Nel concreto si chiede che: il committente possa esigere dalla ditta offerente la stabilità sotto il profilo del personale impiegato e che la stessa svolga la commessa impiegando personale che dispone di esperienza nel campo ed è alle sue dipendenze già da tempo; la ditta aggiudicataria dell'appalto abbia la maggior parte dei lavoratori impiegati per portare a termine la commessa e che gli stessi siano già alle dipendenze della ditta e non siano invece assunti appositamente a tal fine; il committente abbia la facoltà di effettuare controlli del rispetto di quanto sopra indicato.

Si chiedono soluzioni anche perché il problema esiste ed è documentato. “L'esplosione del fenomeno negli ultimi decenni è ampiamente dimostrata ed è stata anche discussa in parlamento in questa legislatura”, scrive Sirica nel rapporto. A dirlo sono anche i numeri: dal 1998 le ore di lavoro di interinali erano poco più di 1,2 milioni. Nel 2022 le ore sono state quasi 9,5 milioni. Un incremento del 638 per cento, ben superiore al +248% registrato nello stesso periodo a livello nazionale. “Un’ulteriore riflessione commissionale porta a segnalare che nell’applicazione, il Consiglio di Stato dovrà tenere conto delle esigenze delle molte piccole aziende che compongono il nostro tessuto sociale, così come quelle dei Comuni, che confrontati con eventi od occasioni eccezionali, se non trovano adeguate e rapide risposte agli uffici regionali di collocamento, possono dover far capo al lavoro interinale. Si invita quindi, nella realizzazione dell’iniziativa generica, a tenere conto di queste esigenze e implementare un modello flessibile e che non aumenti il carico burocratico delle aziende”.