Poco entusiasmo dei partiti rispetto alle nuove misure di risparmio proposte dal Consiglio di Stato, tra chi è pronto a dar battaglia e chi si preoccupa
E non si sono fatte attendere le reazioni della politica al Preventivo presentato questa mattina dal Consiglio di Stato. Documento che prospetta 97,4 milioni di franchi di disavanzo e misure di risparmio per circa 120 milioni.
Per il presidente del Plr Alessandro Speziali quello presentato oggi è «un Preventivo nato vecchio e ormai superato dai tempi che, dopo il voto di domenica, ha bisogno il più velocemente possibile di un altro messaggio che illustri come verranno onorate le due iniziative popolari». Da lì, sancisce il liberale radicale, «ci si potrà poi determinare senza tergiversare». Cruciale, stando a Speziali, «capire come tenere in piedi lo Stato». A impensierire il granconsigliere, la previsione di 700 milioni di disavanzo d’esercizio annuo da qui al 2029: «Il famoso populismo finanziario, che ormai si diffonde a livello cantonale e federale, a un certo punto presenta il conto», nota il presidente del Plr. E non usa mezze misure: «A livello generale la situazione è una delle più preoccupanti degli ultimi anni, se non decenni». Nel concreto di questo Preventivo, prosegue, «è un documento ancora una volta molto contabile, poco politico e un po’ stanco. Pensare di andare avanti limando qua e là è illusorio». Lo scopo dei partiti di governo, indica, «è ora di tracciare una rotta per venirne fuori».
«È un documento di trecento pagine e dobbiamo prenderci il tempo per analizzarlo bene, e capire dove andranno a incidere queste misure nel Paese. Esprimersi a caldo non è semplice», premette il presidente del Centro Fiorenzo Dadò. Ciò detto, «mi auguro che tutte le forze di governo riescano, vista la situazione e visto il risultato di domenica, a trovare in tempi abbastanza celeri una quadra per questi conti preventivi. E dare così un buon segnale di collaborazione al Paese». Certo che quei cinque milioni in più per le imposte di circolazione... «Constatiamo con rammarico, ancora una volta, che si vuole aggirare la volontà popolare». E cosa farete? «Vedremo», risponde sibillino.
«Abbiamo preso atto del documento solo poche ore fa, ma di primo acchito non abbiamo trovato proposte governative che vadano nella direzione delle quaranta misure da noi suggerite lo scorso aprile, le quali permetterebbero un risparmio, strutturale, stimato fra gli 80 e i 100 milioni. Questa mancanza pressoché totale di riscontri concreti alle nostre richieste, evidentemente non ci soddisfa», afferma il coordinatore e deputato della Lega Daniele Piccaluga. «Non ci piace, poi, alla voce entrate il prospettato adeguamento del coefficiente k per il calcolo dell’imposta di circolazione: cinque milioni che graverebbero sui cittadini. Così come non ci piace il prospettato adeguamento del 15% dei valori di stima che dovrebbe consentire al Cantone di guadagnare circa 20 milioni e ai Comuni altrettanto. Comuni che vengono però chiamati alla cassa con un aumento della partecipazione alle spese per le assicurazioni sociali, ai costi delle attività di sostegno delle famiglie e al finanziamento del trasporto pubblico regionale».
Netto il giudizio di Piero Marchesi. «Questo Preventivo è purtroppo la logica continuazione della strategia di un governo che tira a campare fino alle elezioni del 2027: ancora una volta questo Consiglio di Stato evita di prendere decisioni che avrebbe dovuto prendere anni fa – sottolinea il presidente dell’Udc –. Già oggi, senza tener conto delle iniziative sui premi di cassa malati accolte dai cittadini domenica, il governo non è in grado di raggiungere il pareggio. Mi chiedo cosa succederà quando dovrà affrontare l’impatto sui conti delle due iniziative, che il popolo, sia chiaro, ha legittimamente votato e approvato».
Torniamo al documento contabile per il 2026. Capitolo dipendenti del Cantone. Il Consiglio di Stato scrive nel Preventivo che la sua decisione di non sostituire per i prossimi tre anni i partenti nella misura del 10% “costituisce un elemento che assieme ad altri andranno a formare una risposta all’iniziativa che chiede di limitare il numero di dipendenti all’1,3% della popolazione”... «Ma quale risposta! Hanno aumentato l’organico – ricorda Marchesi – di circa ottocento unità negli ultimi cinque anni, che vuol dire in media 160 dipendenti all’anno. Quindi, se va bene, ne riducono venti all’anno, con questa misura del 10%. Ditemi voi se questa è la risposta che consentirà di conseguire gli obiettivi dell’iniziativa che è anche nostra. Chiediamo pertanto di sottoporla il prima possibile al voto del popolo».
Veniamo all’adeguamento straordinario delle stime inserito nel Preventivo. Il presidente democentrista è categorico: «Misura assolutamente pessima!». E osserva: «Primo: il Consiglio di Stato vuole riversare costi ai Comuni quando è ancora in vigore il ‘decreto Morisoli’: scadrà infatti alla fine di quest’anno, non prima. Il governo non rispetta quindi la volontà popolare (il citato decreto è stato accolto dalle urne nel 2022, ndr). Secondo: l’aumento dei valori di stima, sostiene il governo, servirebbe a compensare i maggiori oneri per i Comuni. Faccio presente che c’è un’iniziativa lanciata dall’Udc, con la Lega e altri politici di centrodestra, che chiede di rendere finanziariamente neutro per i cittadini l’incremento dei valori di stima. Anche in questo caso sollecitiamo il voto popolare su questa iniziativa. Da tenersi al più presto».
A proposito di freno alla spesa, è pendente in Gran Consiglio il decreto Morisoli bis. «Credo che i partiti di centrodestra, che richiamano il rigore finanziario, debbano approvarlo. Vogliono ritoccarlo, lo facciano pure. Ma non approvarlo, o non approvare qualcosa di simile, significherebbe di fatto – avverte Marchesi – non essere coerenti con quanto il centrodestra ha detto domenica commentando i risultati della votazione popolare delle due iniziative».
Ed è pronta a dare battaglia la copresidente del Ps Laura Riget. Già, perché «l’ennesimo tentativo di tagliare sui sussidi di cassa malati» – lo stop all’adeguamento al rincaro delle soglie Laps ai fini della Ripam prospettato dal governo – è una «chiara linea rossa» da non oltrepassare. In serata è previsto un incontro del comitato ‘Stop ai tagli’, spiega Riget, «per approfondire in generale il Preventivo e questa misura specifica». E avverte: «Siamo pronti a mobilitarci di nuovo con tutte le nostre forze per impedire che si tagli nello stesso ambito che il popolo ha appena detto di voler rafforzare». L’appello del Ps al Gran Consiglio è chiaro: «Si rinunci a questa misura». Né più, né meno. «Nulla è da escludere, da manifestazioni a referendum», rincara la socialista.
A stonare, per Riget, il fatto che il governo abbia «deciso di presentare il Preventivo dopo il voto di domenica, senza però tenere veramente conto del suo esito. Un approccio quantomeno particolare». E constata: «Proporre di nuovo, per il terzo anno di fila, di tagliare sui sussidi di cassa malati significa non solo non aver imparato niente dal voto di domenica, ma neanche dagli scorsi due anni. Per due anni di fila – ricorda infatti la copresidente del Ps –, grazie alla mobilitazione popolare e al referendum del comitato ‘Stop ai tagli’, il parlamento ha deciso di rinunciare ai tagli ai sussidi di cassa malati in un momento di esplosione dei premi». Oggi tuttavia, depreca Riget, «pur nascondendosi dietro argomentazioni tecniche, il governo propone ancora una volta di continuare su questa strada sbagliata».
Che il Preventivo non soddisfi i socialisti è evidente. «Non risponde a quelli che sono i bisogni dei cittadini, confrontati con l’esplosione dei premi di cassa malati, con un potere d’acquisto sempre più sotto pressione, con le conseguenze dell’invecchiamento demografico e della crisi climatica», deplora la deputata. Non solo. «Propone poi ancora una volta un approccio sbilanciato rispetto la difficile situazione finanziaria, preferendo continuare questa via intrapresa già negli scorsi anni di tagli nel settore sociosanitario, nei sussidi di cassa malati, nel personale pubblico piuttosto che mostrare più coraggio sulle entrate».
C’è però anche qualcosa di positivo. «Abbiamo perlomeno apprezzato le parole che hanno accompagnato il Preventivo», afferma Riget. E illustra: «Durante la conferenza stampa il Consiglio di Stato ha più volte ribadito la necessità di trovare un dialogo tra tutti i partiti per affrontare questa situazione e per implementare rapidamente le due iniziative avallate domenica. Il tutto evitando una chiusura ideologica aprioristica delle parti su eventuali interventi sulle entrate o sulle uscite».
Dice la granconsigliera e co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin: «A me sembra che siamo di fronte a un governo vittima del trumpismo della destra nostrana. Ovvero tagliare le imposte ai ricchi e diminuire gli aiuti alle persone fragili». Il Consiglio di Stato, continua l’esponente degli ecologisti, «sapeva che si sarebbe andati a votare sulle due iniziative per diminuire il peso finanziario dei premi di cassa malati sulle economie domestiche, consapevole che questa è oggi la maggiore preoccupazione delle cittadine e dei cittadini. Eppure, nonostante il chiaro sì delle urne, il governo inserisce comunque nel Preventivo un taglio agli aiuti di cassa malati. Questo fra l’altro è masochismo. Stesso discorso per quanto riguarda il ribaltamento dei costi sui Comuni, salvo poi, il nostro governo, lamentarsi quando la Confederazione fa altrettanto con i Cantoni. Tornando al taglio prospettato ai sussidi di cassa malati, ci opporremo e lo faremo coordinandoci con il comitato ‘Stop ai tagli’».