Luce verde alla proposta governativa: la commissione parlamentare ratifica il rapporto Filippini (Udc). Ma avanza anche richieste puntuali all’Esecutivo
C’è il primo sì. La commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ dà luce verde alla Legge cantonale sulla protezione degli animali confezionata dal Consiglio di Stato e chiede al plenum del Gran Consiglio di fare altrettanto. Un sì alla normativa che “si fonda sulla convinzione che l’intervento proposto risponda in modo efficace, sostenibile e coerente alle carenze strutturali dell’attuale sistema, garantendo maggiore uniformità, tempestività e competenza negli interventi, e valorizzando al contempo il ruolo delle Spa, le Società di protezione animali, e la collaborazione con i Comuni”. Così scrive Lara Filippini (Udc), relatrice sul messaggio governativo dello scorso gennaio, il cui rapporto, una ventina di pagine, è stato sottoscritto nella riunione commissionale di stamattina (qualche firma leghista con riserva).
La ‘Sanitaria’ fissa comunque dei paletti. Ad esempio ritiene “fondamentale” che, a riforma avviata, il Consiglio di Stato “preveda forme annuali e puntuali di monitoraggio e rendicontazione del funzionamento dell’ente unico, al fine di verificare l’effettiva attuazione degli obiettivi annunciati, il rispetto degli standard previsti e la sostenibilità finanziaria del modello delineato”. Particolare attenzione, si afferma nel rapporto, “dovrà essere riservata anche alla questione del riconoscimento delle associazioni attive nel soccorso animali: durante i lavori della commissione, anche sulla base delle osservazioni emerse nel confronto con la veterinaria cantonale, è stato infatti rilevato che diverse associazioni operano sul territorio al di fuori di qualsiasi standard formale, talvolta in maniera disordinata o con pratiche discutibili, arrivando in alcuni casi a interferire con le attività istituzionali o delle Spa riconosciute”. A “tutela” quindi del lavoro svolto da quelle realtà “che agiscono con correttezza, trasparenza e professionalità”, la ‘Sanitaria’ invita l’Esecutivo “a elaborare, in un secondo momento, un regolamento con requisiti chiari e vincolanti per poter ufficialmente operare sul territorio cantonale, al fine di garantire trasparenza, qualità e uniformità del servizio”. Per la commissione parlamentare “è inoltre importante individuare modalità idonee affinché i cittadini possano riconoscere con chiarezza le associazioni accreditate, sapendo che rivolgendosi a esse beneficeranno di un servizio di qualità, rispettoso degli animali e tutelante per la salute pubblica”.
Non solo. La ‘Sanitaria’ considera urgente “un intervento da parte del Dipartimento sanità e socialità” per una completa riorganizzazione del presidio veterinario cantonale, “elemento imprescindibile per assicurare una presa a carico efficace, sicura e rispettosa delle competenze sanitarie, specialmente per animali che potrebbero essere portatori di malattie trasmissibili all’uomo (zoonosi) oppure malattie con obbligo di notifica (epizoozie)”. La commissione non ha dubbi: “Il servizio di picchetto veterinario deve essere strutturato in modo da garantire la presenza tempestiva di personale qualificato in caso di emergenze, operando in piena sinergia con le Spa e con gli operatori del nuovo ente, così da salvaguardare concretamente il benessere animale anche nelle situazioni più critiche”. L’ente cantonale di soccorso animali “dovrà poter contare su una rete veterinaria solida, pronta a intervenire con criteri chiari di responsabilità e sostenibilità operativa”. Queste misure, annota ancora la relatrice, ”dovranno garantire una maggiore omogeneità, legalità e affidabilità complessiva del sistema, evitando sovrapposizioni e conflitti di competenza”.
Capitolo formazione. Pur prendendo atto della scelta governativa di non introdurre la gratuità del corso base di formazione per i nuovi detentori di cani, la ‘Sanitaria’ giudica la formazione “uno strumento essenziale di prevenzione, sicurezza e consapevolezza nella relazione tra uomo e animale, soprattutto laddove si tratta di razze – in particolare quelle soggette a restrizioni – che richiedono una gestione più attenta”. Secondo la commissione, peraltro, sarebbe “opportuno” instaurare “una collaborazione formale” con l’Associazione ticinese istruttori cinofili (Atic Ticino), la quale “potrà organizzare corsi capillari sul territorio cantonale, assicurando un’offerta formativa coerente con gli standard cantonali e coniugando l’orizzonte istituzionale con un approccio pedagogico competente e radicato nel tessuto locale”. La ‘Sanitaria’ sottolinea pure la necessità che nelle società di protezione degli animali “siano presenti Guardiani di animali (Gua), figura indispensabile per garantire una corretta detenzione: senza Gua non è possibile garantire una gestione responsabile degli animali”. Attualmente, prosegue il rapporto, “si registra purtroppo una carenza, poiché molte aziende non formano adeguatamente queste figure, con il risultato che la qualità della formazione rimane al ribasso”.
C’è di più. La commissione auspica che il Consiglio di Stato “si faccia portavoce, nelle sedi di coordinamento nazionale e nelle conferenze intercantonali dei Dipartimenti competenti, della necessità di colmare il vuoto normativo che oggi impedisce di riconoscere ufficialmente i cani da soccorso civile, come quelli impiegati nei numerosi interventi di ricerca e salvataggio”. Per la ‘Sanitaria’, “un impegno attivo in questa direzione permetterebbe, una volta definiti a livello federale criteri oggettivi e certificazioni ufficiali, di valutare in futuro un’equa estensione delle esenzioni dalla tassa anche a questa categoria di animali, in ragione del rilevante servizio di pubblica utilità che svolgono”.
E ancora. Per i primi tre anni, si legge nel rapporto Filippini, “si chiede che il Consiglio di Stato presenti annualmente alla commissione ‘Sanità e sicurezza sociale’ una valutazione sull’andamento finanziario del nuovo sistema, così da verificare che la nuova impostazione garantisca effettivamente il proprio autofinanziamento e, se necessario, correggere tempestivamente eventuali criticità con i dovuti correttivi”.
«La Legge sulla protezione animali – commenta Filippini – è stata fortemente voluta da tutti gli attori in gioco, proprio per poter fornire un servizio adeguato alle esigenze di soccorso». Un nuovo modello, indica, «frutto di un’analisi di un gruppo di lavoro che ha tenuto conto delle protezioni animali, dei Comuni e di tutta una serie di attori in gioco». Ed evidenzia: «Oltre a creare un ente di pronto soccorso più efficace, un punto fondamentale di questa proposta è che la nuova impostazione non comporterà alcun onere aggiuntivo sulle finanze cantonali».