La protesta è rivolta contro gli imprenditori. Al centro la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. ‘Alcune richieste sono indecenti’
Questa mattina l'assemblea, che ha ratificato una risoluzione per ribadire le proprie richieste. Oggi pomeriggio un corteo per le strade di Bellinzona, con lo scopo di urlare tutta la propria rabbia e il proprio sdegno. È una giornata di sciopero e mobilitazione per il settore dell’edilizia, che questa mattina si è trovato in assemblea all'Espocentro di Bellinzona – circa duemila i presenti – per ribadire le proprie richieste e respingere quanto hanno avanzato gli imprenditori. L'oggetto del contendere: il rinnovo del contratto nazionale mantello per il settore. Diverse le richieste: diminuzione della giornata lavorativa a 8 ore, riconoscimento di tutte le trasferte (anche della prima mezz'ora) e l'aumento dei salari adeguandoli al rincaro.
Ci sono poi le richieste dei datori di lavoro, e qui sono diversi i ‘no’ arrivati dall'assemblea. «Vogliono più flessibilità, vogliono portare la settimana lavorativa a 50 ore, vogliono l'abolizione della protezione dal licenziamento. Così si disintegra la vita sociale delle persone. Noi non ci stiamo», afferma Paolo Locatelli dell'Ocst. Gli fa eco Giangiorgio Gargantini di Unia: «Oggi tiriamo fuori tutta la nostra rabbia, ma nelle prossime settimane dovremo restare vigili. Le trattative andranno avanti e se non si arriverà a un accordo ci sarà un vuoto contrattuale. Sarebbe inaccettabile. In quel caso l'opposizione sarà dura, con scioperi non annunciati. Siamo pronti».
Alle 13 partirà un corteo che sfilerà tra le strade di Bellinzona e terminerà il suo percorso in Viale Portone, sotto la sede della Società svizzera impresari costruttori (Ssic).