Dalle Alpi alle piramidi, dall'Argentina all'India, divagazioni alimentari nella Rotonda dell'amore
Davanti a una vegetazione lussureggiante di biciclette, un intrico di ferraglia in cui la popolazione locale riesce a identificare la propria e viene da stringere la mano per stima, sorge la Markthalle Basel, che equivale alla Rotonda di Locarno durante il Festival del film, con meno spazio e il doppio dei ristoranti etnici. La Markthalle Basel è una Eurovision del cibo alla quale sono ammesse tutte le nazioni, anche quelle che non fanno parte dell’Unione europea di Radiodiffusione, senza la cui tessera non si può cantare. Qui non si danno voti, si mangia e basta; le cucine vanno dallo Sri Lanka alla Spagna, dalla Turchia al Sudafrica, da quella afghana a quella argentina, dalla thai alla vietnamita, dall’indiana alla peruviana, dall’anatolica all’abissina all’italiana, sul cui bancone c'è scritto “all our pasta is made with Amore” (ma non quanta panna c’è nella Bolognese).
Le si vorrebbe assaggiare tutte, prendendo senza ritegno dal persian gulf alla kozak buvette fino ai profumi di Gerusalemme, cibandosi dei frutti di ogni terra fino a non poterne più, per sentirsi davvero e una volta per tutte cittadini del mondo. E poi chiamare un’ambulanza, sperando che non sia troppo tardi. Perché se proprio dobbiamo morire, e pare che accada a tutti, allora che sia sopra un palco oppure alla Markthalle Basel, dove si apre la porta e uno tsunami di curry trasforma la halle in Southall (London, UK).
Zoe, the food of Sri Lanka