L'attore, protagonista del film in Piazza Grande ‘Birthday Party’, ha incantato pubblico e giornalisti
«Dafoe è fantastico» ci confida una persona (“nome noto alla redazione”, come si dice in questi casi) che ha potuto avvicinare l’attore nello spazio riservato agli artisti. Ma anche noi comuni giornalisti, durante la conferenza stampa di ‘Birthday Party’ – e poi la sera il pubblico di Piazza Grande–, abbiamo avuto il nostro confronto con il suo spiritato sorriso e alcune sue dichiarazioni estemporanee, come un sardonico «mi piace essere nudo». Il riferimento è alle scene iniziali del film, per le quali – ha confermato rispondendo a una domanda – non ha usato controfigure. «Sono un attore, mi piace fare le cose. E quando interpreto un personaggio, non posso avere una controfigura perché interrompe il processo, non ti guadagni il diritto di essere quella persona». La sera, in Piazza, è stato il direttore artistico a ricevere un istrionico «non lo so» a una domanda su come fa a interpretare un personaggio così complesso. «Per questo serve avere un buon regista: io recito, cerco di prendere in considerazione le cose che lui prende in considerazione, cerco di essere quella persona e poi la storia funziona in me, io non prendo decisioni. Quello che hai chiesto non è il mio lavoro: il mio lavoro è essere lì per gli eventi che capitano».
Se nel film Dafoe è letteralmente a nudo, metaforicamente lo è anche il potere rappresentato dal suo personaggio Marcos, figura complessa e monumentale. «Non lo descriverò perché lo interpreto» ha spiegato (e in inglese quel “lo interpreto” suona molto più diretto: “I do him”). «Lui è quello che è: ha certi obblighi, un certo sistema di credenze e li segue» ha proseguito. «Come molte persone, la cosa che pensa sia necessaria è proprio quella che lo distruggerà: questo è un meccanismo che vediamo nelle persone di potere».
Inevitabile chiedergli se, in parte, si riconosce nel film. «È divertente perché la mia vita è molto lontana dalla sua, ma questo è uno dei piaceri dell’essere attore: a volte penso sia molto importante andare verso qualcosa, e in questo andare verso di essa, c’è una comprensione che a volte è più interessante che se l’avessi vissuta».