Locarno Film Festival

Emma Thompson dalla satira su Thatcher alla storia con Trump

Nell'incontro col pubblico del festival, l'attrice ha raccontato di una strana telefonata del futuro presidente Usa

(lff)
10 agosto 2025
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Emma Thompson non poteva che segnare il tutto esaurito anche all’incontro con il pubblico del Festival. E dire che, come ha ammesso all’inizio della conversazione moderata da Manlio Gomarasca, temeva che la sera prima in Piazza Grande ci fossero poche persone. «Quando sono uscita e ho visto tutti quanti, ho quasi avuto un aneurisma». Poi, inserendosi involontariamente nella discussione dell’anno sulla sostituzione della struttura dello schermo, ha parlato dell’esperienza cinematografica in Piazza: «Stare seduta lì a guardare il film su quello schermo incredibile e poi guardare su verso le stelle e di nuovo giù, specialmente nelle sequenze all'aperto… penso che non dimenticherò mai di aver visto il film in quell'atmosfera».

E poi, dopo aver parlato brevemente del film portato al Festival – ‘The Dead of Winter’ di Brian Kirk –, è arrivata l’inesorabile domanda sugli esordi artistici. Con risposta spiazzante per molti dei fan presenti: «Facevo stand-up comedy per eventi politici quando ero giovane», con battute su Margaret Thatcher, all’epoca prima ministra britannica, e sull’herpes. «Dicevo che l'herpes e Margaret Thatcher erano entrambi molto difficili da eliminare» ha ricordato suscitando ancora qualche risata.

Per una serata aveva preso 60 sterline, «i soldi migliori che avessi mai guadagnato perché ero solo io, un microfono e alcune parole che avevo scritto». E da lì si è passati a ‘Ragione e sentimento’ di Ang Lee che Emma Thompson non solo ha interpretato ma anche sceneggiato. «Avevo scritto uno sketch sulla vita sessuale molto sfortunata, il produttore ha visto quello sketch e ha pensato “questa donna può fare Jane Austen”».

Nel frattempo, il cinema hollywoodiano. Che l’ha un po’ disorientata «Mi piace lavorare in gruppo e mi piace conoscere la mia troupe, le persone dietro la telecamera. Voglio conoscere i loro nomi, i loro volti. Voglio sapere delle loro famiglie. In America c'è un vero confine tra attori e troupe, cosa a cui non ero abituata e che non mi piaceva particolarmente». Ma in America accadde anche qualcosa che – ha scherzato durante l’incontro – avrebbe potuto cambiare il corso della storia. Durante le riprese di ‘I colori della vittoria’ di Mike Nichols, Emma Thompson ricevette una telefonata nella sua roulotte. «Era Donald Trump. Non conoscevo il numero, nessuno mi aveva mai chiamato prima su quel telefono». Al suo “Hi Donald Trump here” Emma Thompson, indecisa se pensare a uno scherzo o a una telefonata per avere qualche indicazione, rispose un formale «How can I help you?». “Mi piacerebbe che venissi a stare in uno dei miei bellissimi posti. Forse potremmo cenare insieme” la proposta di quello che allora era ancora solo un palazzinaro.

Per la cronaca, la risposta di Emma Thompson fu: “Beh, è molto gentile da parte tua. Grazie mille. Ehm, ti farò sapere”. «Avrei potuto andare a un appuntamento con Donald Trump: avrei avuto una storia da raccontare, avrei potuto cambiare il corso della storia americana». C’è tuttavia un altro aspetto della vicenda: proprio quel giorno si era ufficialmente concluso il divorzio tra Emma Thompson e il suo primo marito Kenneth Branagh. «Scommetto che aveva gente che cercava persone adatte da “portare a braccetto”, sai, delle divorziate, una bella divorziata era quello che cercava. E aveva scovato il numero della mia roulotte: voglio dire, è stalking».