Scienze

Earth BioGenome Project verso la mappa genetica di 1,67 milioni di specie

Un progetto globale per tutelare la biodiversità con 2.200 ricercatori e un investimento di 4 miliardi di dollari

7 settembre 2025
|

Per la biologia è ambizioso come lo era stato, per lo spazio, il Programma Apollo che ha portato allo sbarco sulla Luna: è il progetto che in dieci anni, con circa 4 miliardi di dollari e la collaborazione 2.200 ricercatori di 88 Paesi, punta a ottenere le sequenze genetiche di 1,67 milioni di specie, una sorta di banca digitale della vita allo scopo di tutelarla. Si chiama Earth BioGenome Project (Ebgp) ed entra ora nella seconda fase, descritta sulla rivista Frontiers in Science.

"Sequenziare la vita per il futuro della vita" è lo slogan del progetto, avviato nel 2020 e che ora entra nel vivo, grazie alla possibilità di ottenere sequenze genetiche a una velocità dieci volte superiore rispetto a cinque anni fa. Questa sorta di arca di Noè genetica potrà rivelarsi uno strumento strategico per garantire la sicurezza alimentare, far progredire la medicina e l'agricoltura, comprendere a fondo i meccanismi alla base della biodiversità.

La nuova fase della ricerca è la seconda delle tre previste e ha radici solide, con circa 3.500 mappe genetiche pubblicate nella prima fase, dal 2020 al 2024. Adesso, con un investimento di oltre un miliardo di dollari, si punta a sequenziare il Dna di 150.000 specie in quattro anni, al ritmo di 3.000 genomi al mese, forti anche del fatto che le relative tecnologie oggi sono otto volte più economiche.

"Abbiamo gettato le basi per costruire il nostro 'albero della vita' digitale e i nostri primi risultati stanno già rimodellando ciò che sappiamo sull'evoluzione, la funzione degli ecosistemi e la biodiversità", afferma il primo autore dell'articolo, Mark Blaxter del britannico Wellcome Sanger Institute. "Mentre le specie scompaiono e gli ecosistemi si degradano, il nostro obiettivo - prosegue - è catturare e preservare il modello biologico della vita sulla Terra per le generazioni future".

Per Harris Lewin dell'Arizona State University, autore senior dell'articolo, "con l'aumentare della perdita di biodiversità, anche il nostro lavoro deve accelerare". Osserva inoltre che "il rapido sviluppo della nostra 'arca del genoma' digitale sta trasformando le possibilità della genomica da sforzi di sequenziamento isolati e costosi a un'impresa globale, scalabile e inclusiva".

Proprio l'inclusività è uno dei cardini del progetto, nella consapevolezza di come le regioni del Sud del mondo siano anche le più ricche di biodiversità. A queste regioni appartengono anche molti gruppi di ricerca attivi nel progetto, che potranno utilizzare laboratori mobili chiamati 'gBox', evitando così di dover spedire i campioni. "Il gBox non è solo un laboratorio: è un simbolo di equità nella scienza. Fornendo ai ricercatori locali e indigeni strumenti genomici avanzati, stiamo dando al Sud del mondo la possibilità di contribuire in condizioni di parità all'Earth BioGenome Project.", rileva un'altra ricercatrice coinvolta nel progetto, Montserrat Corominas dell'Università di Barcellona.