Scienze

Consumo eccessivo di cibi ultra-processati aumenta il rischio di prediabete nei giovani

Studio su 85 giovani tra 17 e 22 anni: ogni +10% di alimenti ultra-processati si associa a +64% rischio di prediabete e +56% problemi glicemici

14 novembre 2025
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Mangiare troppi cibi ultra-processati, come i piatti dei fast food, snack confezionati e pasti pronti, aumenta il rischio di problemi di salute nei giovani, in particolare di prediabete, caratterizzato da un livello elevato di glicemia, che apre la strada al diabete. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nutrition and Metabolism.

Un maggiore consumo di cibi ultra-processati nella dieta si associa anche a un aumento della resistenza all'insulina, un altro fattore che contribuisce allo sviluppo del diabete.

"Anche modesti aumenti nel consumo di cibi ultra-processati possono alterare la regolazione del glucosio nei giovani", afferma la ricercatrice senior Vaia Lida Chatzi, pediatra presso la Keck School of Medicine della University of Southern California.

"Questi risultati indicano che la dieta è un fattore modificabile delle malattie metaboliche precoci e un obiettivo urgente per le strategie di prevenzione tra i giovani", aggiunge.

Gli alimenti ultra-processati sono composti principalmente da sostanze estratte da alimenti integrali, come grassi saturi, amidi e zuccheri aggiunti. Contengono inoltre un'ampia varietà di additivi per renderli più gustosi, attraenti e stabili a temperatura ambiente, tra cui coloranti, emulsionanti, aromi e stabilizzanti. Rientrano in questa categoria prodotti da forno confezionati, cereali zuccherati, prodotti pronti da mangiare o da riscaldare e salumi.

Per lo studio, i ricercatori hanno monitorato un gruppo di 85 giovani di età compresa tra 17 e 22 anni, in sovrappeso o obesi da quattro anni. I partecipanti hanno compilato questionari alimentari e si sono sottoposti a diversi test della glicemia e di risposta insulinica.

I risultati hanno mostrato che ogni aumento del 10% nel consumo di alimenti ultra-processati si associa a un aumento del rischio di prediabete del 64% e a un aumento del rischio del 56% di problemi nella regolazione della glicemia.