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La rivoluzione è una torta all’arancia

In sala ‘Il mio giardino persiano’ di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, film che nella sua semplice normalità sfida il regime iraniano

27 marzo 2025
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Forse la rivoluzione non è un pranzo di gala, come diceva Mao Zedong, ma può essere delicata come una torta all’arancia preparata da una vedova iraniana che cerca di ricostruirsi quella normale libertà che l’età e il regime ostacolano. Questa torta, e l’impossibile intimità che rappresenta, sono al centro di ‘My Favourite Cake’, film di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha curiosamente tradotto in italiano come ‘Il mio giardino persiano’ (sì, nel film c’è un giardino e sì, ha un ruolo nella trama, ma non paragonabile alla torta preparata dalla protagonista Mahin).

‘My Favourite Cake’ è il terzo lungometraggio di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha che con questo film dalla storia semplice e quasi banale – una vedova decide di ricostruirsi una vita seducendo un uomo conosciuto in un ristorante – hanno superato varie linee rosse poste dal regime iraniano. Il film è stato infatti girato in gran parte in segreto, con la produzione iniziata poco prima dell'uccisione di Mahsa Amini nel settembre 2022; nel 2023 i passaporti dei due cineasti sono stati sequestrati, impedendo loro di andare a Parigi per la postproduzione del film, e Moghaddam e Sanaeeha sono attualmente accusati di propaganda contro il regime per aver realizzato un film volgare che promuove la prostituzione e il libertinaggio.

Non potendo accompagnare il loro film alla Berlinale 2024, i due cineasti avevano dedicato la prima proiezione “alle donne dignitose e coraggiose del nostro paese che sono passate in prima linea nella lotta per il cambiamento sociale, che cercano di abbattere i muri di credenze obsolete e sclerotizzate, e che sacrificano la loro vita per ottenere la libertà”.

Protagonista del film è Mahin (interpretata da Lily Farhadpour), una vedova settantenne che vive sola nella periferia di Teheran. La sua quotidianità è scandita da ritmi lenti: si sveglia a mezzogiorno, si occupa del giardino, va a fare la spesa, guarda drammi romantici in televisione. Le sue relazioni sociali si limitano a rare e insoddisfacenti videochiamate con la figlia e i nipoti che vivono da tempo in Europa e qualche incontro con le amiche. Proprio durante un pranzo in cui ci si lamenta dei rispettivi acciacchi, Mahin decide di scuotersi dall'apatia e dalla solitudine. Va nei locali che frequentava da giovane, in un parco dove ha un confronto con la polizia morale. Infine, in un ristorante frequentato da veterani, Mahin nota Faramarz (Esmail Mehrabi), un tassista divorziato della sua stessa età. I due vanno a casa di lei, ballano, bevono vino (proibito in Iran come tutti gli alcolici), si scattano selfie, condividono ricordi e sogni. Una sorta di favola che segue le tracce della commedia un po’ romantica, ma della quale intuiamo, da piccoli ma evidenti segnali, un tragico epilogo che puntualmente si avvera, con un cambio di registro – questo sì – brusco e inaspettato, forse a ricordarci che il tempo passa e il passato non può tornare.

La forza di ‘My Favourite Cake’ sta proprio in questa linearità bruscamente interrotta: due anziani soli che si incontrano, che si aprono l'uno all'altra ricordando con nostalgia i tempi della giovinezza e dell’Iran pre-rivoluzionario. E che inevitabilmente devono confrontarsi con la fragilità. Niente virtuosismi registici, il film è sapientemente costruito intorno ai due protagonisti e alla loro notevole interpretazione. Mahin non è né vittima passiva né eroina rivoluzionaria, ma semplicemente una donna che desidera essere vista e rispettata come essere umano. Perché non si possono cambiare le cose con un pranzo di gala, ma prima delle proteste di piazza c’è spesso l'affermazione del diritto alla normalità, alla gioia e all'intimità.

Cosa funziona: la semplicità della storia e l’ottima prova dei protagonisti Lily Farhadpour e Esmail Mehrabi.
Cosa non funziona: unire commedia e denuncia politica potrebbe far storcere il naso.
Perché vederlo: per sognare, pronti al brusco risveglio.
Perché non vederlo: perché non si è pronti a una storia romantica che supera i preconcetti.