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Realismo magico nelle periferie inglesi

Nelle sale ‘Bird’ di Andrea Arnold, film ricco e complesso con un tocco di fantastico

Franz Rogowski
(Robbie Ryan)
11 settembre 2025
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‘Bird’ di Andrea Arnold è un film complesso: la regista britannica torna, dopo otto anni dal suo ultimo lungometraggio di finzione, con un’opera che unisce, al realismo sociale dei suoi lavori precedenti, un realismo magico che può disorientare se non si riesce a entrare nello spirito di questo film.

Il film ha al centro la dodicenne Bailey (l’interessante esordiente Nykiya Adams) e un misterioso uomo di nome Bird (un bravo Franz Rogowski) dall’oscuro passato. Ma sono al centro di una costellazione di storie incredibilmente ricca in un tessuto sociale sfilacciato ma vitale. Siamo nel Kent e Bailey vive con il padre Bug (Barry Keoghan, tatuato e irresponsabile), che sta per sposarsi dopo tre mesi di relazione e nel frattempo tenta di arricchirsi con un rospo allucinogeno importato dal Colorado. Il fratellastro Hunter, quattordicenne, guida una gang di vigilanti adolescenti che punisce presunti molestatori. La madre di Bailey vive dall’altra parte della città con un compagno violento e tre figli più piccoli, in una casa sopra un centro di spaccio. E poi appunto c’è Bird, che cerca la sua famiglia biologica dopo anni di abbandono. I bambini più piccoli vivono in costante paura della violenza domestica, la fidanzata di Bug e sua figlia si preparano a trasferirsi nella casa-squat già sovraffollata, i cavalli pascolano nei campi urbani e le farfalle si posano sulle dita mentre Bailey filma ossessivamente i gabbiani con il suo telefono.

‘Bird’ è quel tipo di film che, se a presentarsi con quella sceneggiatura fosse stato un o una esordiente, avrebbe ricevuto dei comprensibili “no” per le troppe storie e i troppi personaggi da gestire. Ma Arnold non è un’esordiente e sa come realizzare un racconto corale ben costruito e recitato. Certo è un film difficile, tra le riprese in continuo movimento e il duro, ma rispettoso, ritratto di una società precaria nella quale i bambini sono costretti a crescere troppo presto e gli adulti sembrano eterni adolescenti. In questo quadro di onesto realismo Arnold ha deciso di innestare un elemento fantastico e che riguarda proprio Bird e la sua natura: una svolta narrativa che trasforma il film in una sorta di favola. È un tocco di realismo magico che si inserisce tutto sommato armoniosamente nella storia, anche se rischia di togliere forza a quanto costruito fino a quel momento: la violenza domestica, l’abbandono genitoriale e la povertà urbana finiscono con il risultare ammorbiditi, da questa atmosfera fiabesca.