Confine

Prealpi comasche: abbattuti quasi mille cinghiali in un anno

Diminuisce l'emergenza ma il problema non è stato completamente risolto dalla nuova stagione della caccia. Nel mirino finiscono ora i cervi

Un esemplare nel bosco
(Ti-Press)
15 aprile 2025
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Dallo scorso primo aprile è iniziata tra Lario e Ceresio la nuova stagione legata alla caccia al cinghiale sul territorio delle Prealpi comasche, territorio che coi suoi 18mila ettari, incominciando dal Porlezzese, continua a essere colpito dalla presenza di questo temuto ungulato. Nelle prime due settimane di questo mese dai 117 cacciatori abilitati sono stati abbattuti 30 cinghiali, che vanno ad aggiungersi ai 962 abbattimenti da aprile 2024 a marzo 2025. Un numero che, pur non risolvendo il problema in quanto l’allarme continua a essere alto, ha fatto calare l’emergenza, soprattutto nei comuni rivieraschi del Ceresio e della Val d'Intelvi, le cui strade sono percorse da migliaia di frontalieri. Per disposizione di Regione Lombardia, la caccia al cinghiale può essere effettuata cinque giorni su sette ventiquattro ore su ventiquattro. In questo modo il Pirellone ha tolto i vari limiti che in passato avevano creato parecchie polemiche con l’obiettivo di arginare la presenza di questo temuto ungulato in varie zone tra lago Ceresio e valli adiacenti. L’attenzione ora si sposta al cervo, con il comprensorio delle Prealpi comasche che lo scorso anno ha registrato 375 abbattimenti concentrati tra il 16 ottobre e il 31 gennaio. Un numero considerato insufficiente per arginare l’emergenza, per cui c’è la richiesta di aprire la caccia al cervo con largo anticipo rispetto alla data di metà ottobre.