Compleanno amaro per il presidente degli USA Donald Trump. Alla sua tanto voluta parata per festeggiare i 250 anni dell'esercito, l'inquilino della Casa Bianca arriva frustrato dopo otto giorni infuocati fra le proteste a Los Angeles (California), il litigio con il suo ex consigliere Elon Musk, le proteste contro le sue politiche e una nuova guerra in Medio Oriente che rischia di metterlo in forte difficoltà, in patria come all'estero.
Prima di arrivare sul palco per la parata, Trump ha sentito il suo omologo russo Vladimir Putin: una telefonata a tutto campo sulle crisi che stanno facendo tremare il mondo, la guerra Iran-Israele e quella in Ucraina.
Lo "zar", riferiscono i media russi, ha condannato gli attacchi israeliani, riferendo anche dei colloqui avuti ieri con il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian mentre Trump ha parlato di "situazione allarmante". Entrambi convinti della necessità di tornare al tavolo dei negoziati sul nucleare, anche alla luce del naufragio del sesto round dei colloqui che era in programma domani a Muscate, in Oman.
Nessun altro dettaglio sulla telefonata, al netto di una disponibilità di Mosca di riprendere i colloqui a breve anche con Kiev, mentre il Medio Oriente in fiamme è ormai una preoccupazione globale.
Anche Pechino resta in campo con il suo ministro degli esteri Wang Li, che ha sentito Teheran e Gerusalemme, "condannando il brutale attacco di Israele" con l'omologo iraniano Seyed Abbas Araghchi. "È un imperativo adottare misure immediate per evitare l'escalation, impedire che la regione sprofondi in un tumulto più profondo e tornare alla diplomazia per risolvere i problemi", ha invece detto al capo della diplomazia israeliana Gideon Sa'ar.
Trump ha trascorso buona parte della campagna elettorale proponendosi come un presidente di pace ma finora non è riuscito a risolvere né la guerra in Ucraina né a risolvere la questione di Gaza, che aveva promesso essere in grado di chiudere in poco tempo. E ora il pericolo è quello di un conflitto ben più ampio in Medio Oriente che coinvolga gli Stati Uniti.
Sebbene non sia ancora chiaro se Trump abbia dato o meno il via libera all'attacco di Israele, il presidente è già al centro delle critiche. Metà del partito repubblicano gli chiede di non trascinare gli USA in guerra, scettico sulla mossa israeliana. Il movimento Make America Great Again (rendiamo l'America di nuovo grande, spesso abbreviato con la sigla MAGA), che per ben due volte gli ha regalato la Casa Bianca, è unito per una politica non interventista, pronto a ritenere come un "tradimento imperdonabile" il disco verde del presidente a Netanyahu.
Se in casa la situazione è critica e la sua maggioranza finora monolitica rischia di incrinarsi, all'estero non va meglio. Le speculazioni su un doppio gioco della Casa Bianca - affermano i critici - rischiano di minare la reputazione degli Stati Uniti, riducendone ulteriormente l'affidabilità, già danneggiata dall'imprevedibilità di Trump.
Secondo le speculazioni, il presidente avrebbe bocciato gli attacchi di Israele in pubblico per poi appoggiarli in privato, mantenendo la riunione prevista con l'Iran in agenda per domenica per confondere Teheran. La Casa Bianca ha bollato come "false" le voci, spiegando che l'obiettivo resta la pace. Trump "la preferisce e l'Iran ha ancora l'opzione", ha detto il capo del Pentagono Pete Hegseth ai microfoni del canale televisivo statunitense Fox.
Tirato per la giacca dalle due fazioni repubblicane, Trump cerca di mostrare i muscoli davanti agli americani con la parata per celebrare i 250 anni dell'esercito.
Ma mentre a Washington si sfila, 1900 manifestazioni anti Trump in tutti gli Stati Uniti inviano un messaggio chiaro al presidente: "No Kings" (nessun re) in America. Milioni di americani in piazza protestano contro le politiche di Trump, soprattutto dopo lo schieramento della Guardia nazionale e dei Marine a Los Angeles (California).
"Difendiamo la libertà" e "salviamo la democrazia", alcuni slogan delle piazze dove ci sono molte bandiere messicane in segno di sostegno agli immigrati. Allerta alta per i timori di infiltrazioni dell'estrema destra. Quasi un presagio di quanto accaduto a Minneapolis (Minnesota), dove un uomo ha sparato a una deputata, uccidendola insieme al marito, e ad un senatore, rimasto ferito insieme alla moglie.