Ho partecipato al concerto dato al LAC di Lugano giovedì 23 gennaio dall’orchestra filarmonica di Israele, preceduto dalla testimonianza di un sopravissuto da Bergen-Belsen, in onore e nell’intenso ricordo delle vittime della Shoah, con riferimento alla liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau avvenuta in data odierna ma ottant’anni addietro.
Ho scritto spesso, qui, il 27 gennaio, per mai dimenticare il genocidio di milioni di ebrei e non solo, perpetrato dai nazi-fascisti aiutati attivamente e passivamente da molti governi europei, mentre oggi, alla nostra latitudine, merito dell’Associazione Svizzera-Israele e del LAC, si svolge un intenso dibattito pure sul senso della Memoria, applicata alle realtà odierne, in un’Europa dove gli atti di antisemitismo crescono tragicamente in modo esponenziale.
Lo Stato di Israele è stato fortemente voluto, dopo la Seconda guerra mondiale, dalla Comunità internazionale per dare a un popolo, a un’etnia, sempre errante, una giusta terra ferma e tale deve restare nei confini iniziali. Stesso approccio merita da decenni il popolo palestinese, senza Hamas, Hezbollah e dintorni, oggi più che mai dopo mesi di massacri di decine di migliaia di civili sull’altare dell’inqualificabile atto terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. Due Stati indipendenti, garantiti dall’ONU.
Il problema, a parte quello inaccettabile legato alle religioni, risiede proprio nel Consiglio di Sicurezza, dove ognuno dei cinque Stati membri ha diritto di veto: con il cinese, rappresentante di uno Stato liberticida, da partito unico ma dall’economia sfrenatamente capitalista, con il russo altrettanto liberticida dalle irrefrenabili mire imperialiste, entrambi nuovi e pericolosi colonizzatori, con lo statunitense, pregiudicato, in coppia con tale Musk (chi?) solo ricco, senza Etica, sostenitore pubblico dei neofascionazisti, che dichiara guerra al Canada, alla Danimarca, a Panama, cosa possono fare il francese e l’inglese?
Mi permetto quindi di ribadire pure oggi l’urgente necessità di un’Europa veramente unita, sul modello istituzionale federalista svizzero, composta di 45 Stati (Consiglio d’Europa, senza la Turchia) di cui 27 componenti l’UE, che possa fare fronte alle mire dei summenzionati, per garantire a tutti i cittadini del Continente libertà, giustizia, solidarietà, umanesimo, benessere, Dignità. Appunto, la Dignità, evitiamo pure di qualificare “d’assassino” per il fatto di partecipare, con molti altri, a un evento che vuole legittimamente ricordare la peggiore tragedia dell’umanità, oppure sono degli “assassini” pure coloro che sostengono i Diritti del popolo palestinese vista la devastante presenza di Hamas?
Come ha dichiarato qui, sabato 25, con onestà e coraggio, l’amico Branda, Sindaco di Bellinzona, il Giorno della Memoria è “un momento che riguarda così da vicino la storia di noi europei che non ci impedisce di condannare Gaza”. Ecco, la Storia non è un’opinione, è e deve essere Verità, ieri, oggi, domani, la Memoria di tutti deve rispettarla per evitare di istituire altri giorni della memoria.
Onore, sempre, ovunque, a chi si è sacrificato nobilmente sull’altare della Dignità, della Giustizia, della Libertà!