Non pare il luogo idoneo per insediare 95 minori non accompagnati il Centro Ulivo insediato nella zona industriale in via alla Stampa
Secondo le/i responsabili della Croce Rossa e del Decs, il luogo idoneo per attribuire una casa sicura e definitiva a 95 minori non accompagnati (mna) è il “Centro Collettivo Ulivo” situato in via alla Stampa 11B a Cadro. Questo Centro si trova nel cuore della zona industriale di Canobbio, a 12 minuti a piedi dal Penitenziario cantonale, sito sulla stessa via alla Stampa numero 20! È circondato da capannoni e fabbricati di imprese dedite al commercio di materiali inerti, alla gestione della discarica di residui di scavi e demolizioni o alla riparazione e vendita di pezzi di ricambio per automobili e commercio di auto usate. Il sito è circondato da recinzioni e gli ingressi e le uscite vengono monitorati da una torre di sicurezza panottica collocata al centro dell’unità abitativa.
Il Cdt del 19.2 segnala che, nel contesto di crescita, si inserisce anche il percorso formativo che i ragazzi avevano iniziato a Paradiso. In accordo con il Decs, si è ritenuto più opportuno integrarli fin da subito nelle nuove scuole, evitando loro lunghi spostamenti quotidiani per recarsi nelle classi frequentate finora. Ma il Centro Ulivo non è servito dai mezzi pubblici: ci vogliono 25 minuti a piedi per raggiungere la scuola elementare e più di mezz’ora per arrivare alla scuola media! Inoltre “la casa” dista 2 chilometri dal centro abitato di Cadro dove tuttora non ci sono spazi culturali e di socializzazione per ragazzi e adolescenti. Si può verosimilmente dubitare che i giovani della zona residenziale di Cadro scelgano la via alla Stampa come luogo di svago e socializzazione. Perciò, ai ragazzi del Centro Ulivo non resta che camminare fino al Mercato Resega dove ci sono i bus che li possono portare al Parco Ciani…
Altrettanto isolati saranno i venti minori non accompagnati che verranno trasferiti da Biasca all’ex Centro al Suu di Bombinasco: infatti la scuola media più vicina è quella di Bedigliora, a 25 minuti a piedi dalla loro futura casa in mezzo ai prati e al bosco… Il trasferimento è avvenuto durante le vacanze di Carnevale, con grande autosoddisfazione della Croce Rossa e del Decs. Non si sa bene come la direttrice della Crss Debora Bianchini Fersini possa già affermare che “anche i ragazzi sono molto contenti”. E aggiunge che questa collocazione “permetterà finalmente di offrire loro una casa sicura e definitiva, un luogo in cui possono crescere con continuità fino al raggiungimento della maggiore età”.
Possiamo constatare che la sistematica politica di isolamento dei minori stranieri nel nostro territorio rivela una cronica incapacità di pensare l’accoglienza di ragazzi e adolescenti. Il nostro territorio dovrebbe essere l’ambito geografico ottimale per la realizzazione di azioni di welfare, e dunque anche per i progetti di inclusione sociale dei giovani migranti soli: per esempio il doposcuola e i corsi di supporto allo studio, la frequentazione di gruppi sportivi nonché iniziative ricreative musicali o di genere analogo, cioè cinema, biblioteche o altre attività culturali. Gli apprendimenti dei minori non accompagnati dovrebbero intrecciarsi con l’esplorazione dei nuovi spazi in cui si possono costruire legami significativi e processi di inclusione in reti amicali di pari, di vicinanza e supporto reciproco, grazie a frequentazioni con giovani nativi. Ma le difficoltà sono di natura strutturale, in particolare rispetto alla dislocazione dei Centri di accoglienza che si trovano in luoghi isolati, poco serviti dai mezzi pubblici: questo rende difficoltosa e limita fortemente la possibilità per i giovani migranti di prendere parte con costanza alla vita attiva del territorio.
Se si vuole riuscire veramente a cogliere la sfida dell’inclusione socio-educativa, considerando il bagaglio dei minori non accompagnati come risorsa individuale e possibile patrimonio collettivo, sarà allora necessario ospitarli nei nostri luoghi di vita e coinvolgerli più attivamente nelle reti sociali del nostro territorio, riconoscendo e valorizzando le loro esperienze sulle frontiere, i confini e i limiti vissuti, sperimentati e oltrepassati.