I gerenti dell’“Automatische Demokratische Staat”, si sbarazzano della sana e matura rivendicazione per una nuova vita a Lugano, come a Locarno nel 2004. Caspita che bello stato di diritto il nostro! Che dire della malmessa e sporca vicenda subita dai “molinari”, rivelata dopo l’inchiesta dei fatti dell’ex Macello e apparsa ultimamente sul giornale laRegione?
Se hanno diritto istituzioni quali Migros, Coop, Chiese, fabbriche ecc. a esistere, perché a giovani e meno giovani non è concesso gestirsi in centri autonomi? Coop e Migros sono ricchi e possono comprare terreni e mettere su empori. Gli “alternativi” sono squattrinati e devono collocarsi e adattarsi in vecchie strutture abbandonate, per poi essere messi al bando in quattro e quattr’otto! Ma sono proprio così pericolosi e disgraziati i molinari? Forse qualunquisti? Od opportunisti? Pare che tutto debba funzionare sotto l’etichetta della cultura del potere e dell’ordine costituito, bisognerebbe scrivere un trattato sulle autogestioni, ma non abbiamo lo spazio per un tema così vasto.
Mi limito a citare qualche esempio simile all’esperienza dei molinari, che nel corso della storia si è presentato; qualcuno riuscito, altri demoliti dal potere, altri ancora che potrebbero realizzarsi. Antico Egitto: Akhenaton e sua moglie Tiy fondarono una città libera nei pressi di Tebe ma, ovviamente, eliminata da Clero e Istituzioni in breve tempo perché gestita secondo differenti criteri etico-spirituali da quelli in vigore. La città del Sole, meravigliosa concezione di Tommaso Campanella nel 1600, relegata purtroppo unicamente a documento, la cristiana promessa della nuova Gerusalemme.
Di esempi ve ne sono molti, ma lo spazio a mia disposizione mi costringe ad esser breve e a limitare i riferimenti storici, i commenti e le documentazioni. Ai giorni nostri esistono in ogni caso Auroville in India, definita culla del futuro; Findhorn in Scozia, esperimento che ebbe un avvio molto particolare e che vi invito ad approfondire; Christiania in Danimarca, gli Elfi nel Pistolese e per fortuna un po’ ovunque altre forme sperimentali che si spera non vengano sistematicamente frantumate. Ma così foss’anche, simili all’araba fenice, queste esperienze continuerebbero a rinascere dalle ceneri, la vita non è forse una continua e inderogabile creazione ed evoluzione? E la conquista di libertà, felicità, verità e bellezza per tutto e tutti è il mandato che le appartiene e di cui rivendica la genuina aspirazione, che persegue nonostante tutto. Allora diciamo basta con le culture costrette a essere sotterranee! C’è da ricollegare civilmente il rapporto tra superficie e mondo sotterraneo, ne vale la pena.
Forse, e senza forse, i sotterranei hanno qualcosa da dire!