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L'ossessione anti-israeliana

Nel mondo, e anche in Svizzera, si è creata una sorta di ossessione anti-israeliana. Tutto quello che fa Israele è sbagliato. Si parla di genocidio, di apartheid, di diritti umani negati. Si chiede l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive, dall’Eurofestival (come ha fatto il ragazzino austro-filippino che ha vinto a Basilea probabilmente senza sapere nulla del conflitto israelo-palestinese per poi smentire il giorno dopo), si chiede di annullare tutte le collaborazioni scientifiche con le università israeliane, si vietano e si annullano eventi che vedono la partecipazione di cittadini e istituzioni israeliane, ma quello che è più grave si attaccano gli ebrei in generale. In Italia ci sono ristoranti e negozi che si rifiutano di servire i “sionisti”. Sembra di essere tornati ai tempi del nazismo e del fascismo quando c’erano i cartelli “Ingresso vietato a cani ed ebrei”.

E tutto questo in nome di che cosa? Della Palestina “libera”. Si chiede la fine del “massacro”, l’ingresso di aiuti. Si urla “dal fiume al mare”, invocando in pratica la distruzione di Israele. Da nessuna parte invece viene chiesto il rilascio degli ultimi ostaggi israeliani in mano ai terroristi di Hamas da quasi 600 giorni. E nessuno capisce che se Hamas rilasciasse gli ostaggi oggi e smettesse di lanciare razzi contro Israele, l’assedio israeliano terminerebbe subito.

Senza dimenticare che tutto nasce dall’assalto del 7 ottobre 2023 da parte di migliaia di terroristi di Hamas nel Sud di Israele. E vorrei ricordare, per chi se lo fosse dimenticato, ciò che ha fatto Hamas quel giorno: ha ucciso oltre 1’200 persone, nel modo più spietato. Genitori davanti ai figli, figli davanti ai genitori, stuprato donne anche in decine di persone fino a farle morire dissanguate e stuprandole anche da morte. Hanno messo neonati vivi dentro i forni da cucina e li hanno cucinati… Crudeltà mai viste. E hanno rapito oltre 250 persone, tenendole in ostaggio, al buio, incatenati e chiusi in gabbie, senza cibo né acqua. In 58 sono ancora nelle mani di Hamas, e di questi si presume solo 21 siano ancora vivi.

Vorrei poi citare una recente dichiarazione del britannico Tom Fletcher, vicesegretario generale dell’Onu e coordinatore delle missioni di soccorso di emergenza nel mondo. In un’intervista alla Bbc ha detto che “senza un flusso massiccio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, 14’000 bambini palestinesi potranno morire di fame nelle prossime 48 ore”. Ebbene, passate le 48 ore, non ci sono stati 14mila bambini morti di fame. Ovvio! La Bbc ha poi chiarito che era un’errata interpretazione di un rapporto Onu, che parlava di malnutrizione grave i cui sintomi si sarebbero potuti sviluppare, senza aiuti, in un anno. Dunque era una fake news, ma che è stata ampiamente riportata da organizzazioni umanitarie, a cominciare da Save the children, da giornali con titoli enormi, provocando altro odio anti-israeliano. Non so quanti siti e giornali abbiano poi specificato, con uguale rilevanza, che era un falso. Ma una persona sana di mente avrebbe capito subito che era un falso. Improvvisamente 14mila bambini morivano di fame, lo stesso giorno? Ma siamo seri, per favore...