laR+ Declinazioni di pensiero

Alberi e barbarie

(Keystone)

Come riportato di recente dal sito della Cnn, sono stati dichiarati colpevoli i due uomini che nel 2023 hanno tagliato l’albero “più famoso” del Regno Unito, un sicomoro che cresceva nel Parco nazionale di Northumberland, a ridosso del Vallo di Adriano, il muro che l’imperatore romano fece costruire a nord dell’Inghilterra a partire dal 122 d.C. per frenare l’avanzata dei barbari. Nonostante i due perpetratori non abbiano voluto o non siano stati in grado di spiegare il gesto, con molta probabilità il loro obiettivo era quello di diventare famosi. Ci sono riusciti, tirandosi però addosso l’odio dei loro connazionali, che consideravano quel sicomoro l’emblema del Nordest dell’Inghilterra. Eretto per proteggere dalla barbarie, il Vallo di Adriano è stato spettatore di un moderno atto barbarico commesso su un obiettivo facile: un essere vivente che non poteva muoversi né difendersi.

Al contrario di ciò che succedeva ai tempi di Adriano, nel nostro mondo moderno non è più possibile distinguere con chiarezza i barbari, perché non vivono al di là di un muro, ma si mimetizzano all’interno delle nostre società minacciandole. Questi barbari, che spesso ricoprono posizioni di potere politico e/o economico, erodono le istituzioni democratiche e civili con piccoli e grandi atti di usurpazione e ingiustizia imputando le barbarie agli altri. In Israele i barbari infieriscono su una popolazione inerme e confinata che, come il sicomoro, non dispone di vie di fuga. ‘Carri di Gedeone’ si chiama l’operazione di pulizia etnica che il governo israeliano ha scelto per compiere stragi in memoria del guerriero biblico che guidò una spedizione per annientare i Madianiti, un antico popolo arabo: dunque stragi per volere divino.

Come spiegano Naomi Klein e Astra Taylor su The Guardian, anche negli Stati Uniti la barbarie si sta concentrando su un’idea di “nazione fortificata”, che espelle o incarcera a piacimento gli indesiderati e si appropria con la forza di terre e risorse essenziali. Nelle sue forme più estreme questo pensiero arriva a concepire la creazione di “città della libertà”, e cioè feudi ultracapitalisti antidemocratici controllati da miliardari in fuga da tasse e leggi con l’aiuto di mercenari e robot. E chi vuole soluzioni ancora più estremistiche parla di rifugiarsi su Marte, il che equivarrebbe al pieno compimento della barbarie, specialmente dopo aver depredato e inquinato il mondo a tal punto da renderlo invivibile. Che senso ha però cercare rifugio su pianeti sterili, quando a disposizione abbiamo già una casa perfetta, la Terra, che ci ha regalato e regala la vita? Lo afferma Brian Cox, fisico e divulgatore scientifico della Bbc, che ci sprona a preservare la vita sul nostro pianeta e a dare valore alla nostra umanità, “perché non sappiamo se l’universo sia stato in grado di creare altrove esseri pensanti che riflettono sull’universo stesso dandogli valore”. Un bell’appello contro la barbarie, no? Intanto dal ceppo del sicomoro abbattuto sono nate delle nuove piantine.