Nel corso del Comitato cantonale del Centro di aprile 2025, ho preannunciato che a settembre il nostro partito lancerà un’iniziativa popolare per limitare l’uso degli smartphone ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la scuola dell’obbligo. Si tratta di un tema che preoccupa molti genitori e genera discussioni in tutte le famiglie: è giusto oppure no regalare uno smartphone ai propri figli? E se sì, a quanti anni è preferibile farlo? Quanto tempo concedere ogni giorno per il suo utilizzo? Al di là delle opinioni soggettive che ognuno ha il diritto di avere, oggi gli innumerevoli studi ci mostrano chiaramente gli effetti preoccupanti degli smartphone sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei nostri ragazzi. Sulla questione si è espresso anche Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute, affermando che “si tratta di un tema molto importante che non può essere lasciato al caso”.
L’iniziativa chiede di limitare l’accesso agli smartphone e nel contempo promuove un accompagnamento volto al raggiungimento di un’educazione all’utilizzo consapevole, per consentire ai ragazzi di conoscere le conseguenze nelle quali potrebbero incappare in caso di un utilizzo sbagliato, vedi per esempio i casi di cyberbullismo che hanno portato purtroppo alcuni di loro anche a compiere dei gesti estremi.
Lunedì 9 giugno 2025 il ‘Corriere della Sera’ titolava così un approfondimento sull’utilizzo degli smartphone tra i ragazzi: “Smartphone-dipendenza, la vera pandemia sociale dei giovani”. Nell’articolo venivano enunciati i sintomi con cui si manifesta questa “nuova malattia”, che sono piuttosto preoccupanti: repentino peggioramento del rendimento scolastico, difficoltà nel dormire la notte, cambio di abitudini alimentari (iniziare a mangiare troppo, oppure troppo poco), perdita di piacere per le attività (sportive, musicali ecc.) che prima ne davano, aumento vistoso di irritabilità accompagnata da un crescente mutismo.
Le campagne di sensibilizzazione promosse fino ad oggi, purtroppo, non hanno dato i frutti sperati, come afferma il collega di partito Giuseppe Cotti – che figura tra i promotori dell’iniziativa – su ‘laRegione’: “Questa iniziativa non nasce per fare altra sensibilizzazione”, poiché gli appelli, le raccomandazioni, le linee guida sono cose giuste ma, allo stato dei fatti, ampiamente inefficaci nella pratica. È ora di riconoscere che il tempo delle buone intenzioni è finito, serve il cambio di passo, dobbiamo agire. La richiesta contenuta nel testo d’iniziativa è semplicissima. Si tratta di aggiungere un articolo, il 14a, alla Legge della scuola. Un articolo che al capoverso 1 riporti che “agli allievi di scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media non è consentito portare con sé, a scuola e durante le attività formative previste dalla legislazione scolastica, smartphone e altri dispositivi connessi”. Questa iniziativa permetterà di portare questo tema così importante per lo sviluppo dei nostri giovani nell’agenda politica, e consentirà alla popolazione di esprimersi al riguardo perché qualcosa va fatto!