La recente decisione del Consiglio di Stato presa all’unanimità in una giornata di frescura a Bedretto non ha attenuanti. Non è certo il frutto di un colpo di calore, ma di una lucida e consapevole decisione quindi ancora più preoccupante.
La volontà di rimpasto nei Dipartimenti del Territorio e della Giustizia, chiesta dai consiglieri Zali e Gobbi, ha dimostrato la loro incapacità decisionale e fallimentare di conduzione dei dipartimenti. Zali con superamento dei costi del 50% per il progetto tram-treno, che è comunque un aborto e terminerà a cul de sac a Manno invece di proseguire verso Taverne alla stazione TILO sul binario industriale che sarebbe stato possibile e con costi inferiori e miglior collegamento diretto con tutta la valle del Vedeggio e il resto del Ticino; il progetto naufragato della circonvallazione di Agno e collegamento con il Malcantone; la bocciatura dell’assetto viario alla stazione di Locarno con costi di progettazione buttati al vento ma tanto pagano i contribuenti, come tutti i costi supplementari del tram-treno; l’intasamento delle nostre strade a cominciare dall’autostrada nel Sottoceneri, con costosi cerotti che nulla modificano, agli ingorghi e blocchi delle strade, e la malsana idea di parificare le quote dell’autostrada in zona Gentilino.
Gobbi, senza entrare in merito del suo comportamento personale di circolazione in stato critico (di cui abbiamo purtroppo anche esempio di un ex parlamentare federale ticinese) con una magistratura che non ha spazi sufficienti per espletare le sue mansioni, le Preture, il Tribunale d’Appello e il Servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato con tempi decisionali fuori norma per rapporto agli altri Cantoni, sia per inefficienza sia per carenza di un organico adeguato; gli Uffici di esecuzione e fallimento con ritardi inammissibili, soprattutto a Lugano, che trascinano le procedure a danno dei creditori.
Per mascherare queste incapacità gestionali i due Consiglieri hanno quindi inventato la soluzione dell’arrocco o arrocchino, ma ciò che è più preoccupante è che gli altri tre Consiglieri di Stato abbiano accettato e avallato all’unanimità tale scelta, svincolandoli quindi dalle loro responsabilità di non funzionamento dei dipartimenti loro attribuiti.
Ma come stupirsi visto che anche gli altri tre Consiglieri non dirigono con efficienza i loro dipartimenti ed hanno quindi molto da celare. La sanità, ad esempio, continua ad aumentare i costi e il Consiglio di Stato dà le colpe a Berna, le finanze peggiorano di anno in anno aumentando il debito pubblico, su cui si devono pagare interessi, malgrado aumentino ogni anno le entrate per rapporto a quanto preventivato e aumentano le spese di gestione, per non parlare dei ritardi nell’evasione delle tassazioni.
Il Decs è smentito dai tribunali per nomine non corrette. Il Cantone appare quindi totalmente alla deriva di cui sono responsabili, senza eccezione, tutti i Consiglieri di Stato ma anche il Gran Consiglio che non ha il coraggio di respingere al mittente preventivi e consuntivi. L’inettitudine e incapacità dei politici pare abbia ora veramente toccato il fondo.
Il Consiglio di Stato farebbe quindi bene a non andare in vacanza, ma rimboccarsi finalmente le maniche e svolgere ognuno i propri compiti, assumersi le rispettive responsabilità e spazzare di fronte alla propria porta e non dare colpe a dritta e a manca, procedendo finalmente a una ristrutturazione, riorganizzazione e razionalizzazione dell’amministrazione, che sta sempre più assurgendo a ostacolo del cittadino in luogo di agevolarne le pratiche e le procedure.
Il Consiglio di Stato potrebbe anche scegliere di andarsene a casa propria lasciando le cariche e ritirarsi nella vita privata, tanto i Consiglieri hanno ormai assicurata la pensione.
L’altra scelta che rimane è quella del cittadino di andarsene da questo Cantone se la politica, Gran Consiglio compreso, continua in questo modo, essendoci molti altri Cantoni dove l’efficienza, la considerazione del cittadino con il funzionario realmente a disposizione e al servizio del cittadino, diversamente dalla gran parte dei nostri (con qualche lodevole eccezione) che ne ostacolano l’attività invece di aiutare a trovare soluzioni praticabili, e dove la fiscalità è più favorevole poiché in quei Cantoni la res publica è gestita come dev’essere.