laR+ I dibattiti

‘Parliamo di insostenibilità, anche a Lugano’

Raoul Ghisletta spulcia il Rapporto di Sostenibilità 2024 e sottolinea i sette ritardi accumulati dalla Città rispetto alla media svizzera

Raoul Ghisletta
(Ti-Press)

Quanti hanno letto il recente Rapporto di Sostenibilità 2024 del Municipio di Lugano? Chi lo ha fatto ne ricava l’impressione di un documento con troppe pagine scontate, che finiscono per nascondere i dati interessanti portati alla luce sia dal questionario realizzato dalla Città, sia da alcuni indicatori elaborati da terzi. Dati e indicatori che non vengono sufficientemente approfonditi e discussi, per tracciare una via del miglioramento, come ci si aspetterebbe. Malgrado si tratti di un minestrone, il Rapporto merita di essere spulciato e di diventare oggetto di dibattito, con lo scopo di farne in futuro un rapporto maggiormente leggibile e utile all’azione politica. È infatti sugli aspetti di insostenibilità della Città che bisogna lavorare in modo trasparente e concreto a livello politico, definendo obiettivi chiari e assicurando mezzi finanziari congrui, sia in termini di gestione corrente, sia in termini di investimenti.

I risultati del questionario della Città, frutto delle risposte di 600 persone, sono interessanti. Al primo posto dei 26 aspetti di sostenibilità troviamo la qualità degli spazi pubblici (aree verdi, aree di svago ecc.), che anche nel Rapporto del 2023 era al top: se si considera anche il dibattito cittadino, è indubbio che bisogna investire sempre più in questo ambito. Una priorità correlata alla prima è il mantenimento della pulizia e il decoro dell’arredo urbano, che nella gestione corrente della Città è da mettere a pari merito della sicurezza dei cittadini. Al quarto posto per i 600 partecipanti vi è la preoccupazione per la qualità dell’aria e delle acque dei laghi e corsi d’acqua, che si associa all’elevato livello di priorità dato alla mobilità lenta dai portatori di interessi esterni: un dato che deve far riflettere i contrari alle misure ambientali e di sicurezza stradale (penso ad es. al referendum contro l’estensione delle zone 30, su cui si voterà il 28 settembre).

Altri temi al top delle priorità sono l’assistenza ai cittadini in difficoltà (un tema caldo su cui occorre riflettere), la riduzione delle barriere architettoniche (un processo da accelerare), l’uso efficiente delle risorse idriche (preoccupazione da raccogliere da parte di Ail Sa e del Municipio, che hanno sempre indicato che tutto è a posto…) e il mantenimento dell’equilibrio finanziario (aspetto non sorprendente, visto il notorio ed elevato indebitamento dovuto al fatto che la Città non autofinanzia gli investimenti con le entrate ordinarie già dal 2023). Infine i portatori di interessi esterni danno una priorità alta anche ad altri due temi importanti, l’edilizia pubblica sostenibile e la promozione dell’economia circolare. Venendo agli indicatori riportati nel Rapporto, interessanti sono quelli dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (pag. 24), da cui emergono sette elementi di insostenibilità per Lugano rispetto alla media delle trenta città svizzere considerate. Si tratta dei seguenti indicatori in ordine di rilevanza: l’area edificata pro capite (+108%); il tasso di indebitamento (+101%); l’aiuto umanitario in Svizzera e all’estero (-95%); le spese per cultura e tempo libero (-42%); l’inquinamento atmosferico a lungo termine (+33%); la quota pubblica e privata di spese di manutenzione degli edifici (-30%) e la quota di elettricità rinnovabile (-26%).

Da segnalare anche i problemi della Lugano turistica rispetto alle maggiori città svizzere, che emergono nel Global Sustainability Movement (pag. 27): la gestione ambientale del turismo e la sostenibilità dei fornitori ottengono un punteggio basso (56% e 41%); la sostenibilità delle organizzazioni che gestiscono le mete turistiche figura a un livello infimo (22%). Per quanto riguarda la certificazione come Città dell’energia (pag. 27), Lugano (punteggio 65%) dovrà fare ancora tanta strada per raggiungere il livello delle maggiori Città svizzere (punteggio medio 89%). E dovrà fare pure remare con vigore per colmare il ritardo nel tasso di riciclaggio dei rifiuti (pag. 54): 42% a Lugano contro 50% a livello cantonale.