Altro che numeri e progresso! Stefano Franscini, il visionario dell’Ufficio federale di statistica e del Politecnico di Zurigo, oggi si rivolta nella tomba. Sì, perché la motivazione con cui il Partito Liberale Radicale, durante il suo comitato cantonale, boccia l’iniziativa del 10% non trova alcun fondamento nei numeri. Ma non è forse necessario investire nella conoscenza, come ha detto Giovanni Merlini, la stessa sera durante lo stesso comitato cantonale? Noi crediamo di sì, così come capiamo che si scelga di essere contrari all’iniziativa del 10%, ma almeno si abbia l’onestà di dire che lo si fa per ragioni ideologiche, e non per amore della verità.
Agitando lo spauracchio di un aumento di imposte il comitato cantonale del Partito Liberale Radicale dice no perché sarebbe troppo costosa per le casse pubbliche e per le tasche del ceto medio. Conoscere per deliberare soleva dire Luigi Einaudi, che credeva fermamente come senza conoscenza non si potesse prendere una decisione politica in maniera corretta e consapevole. Ma allora guardiamo le cifre in gioco, perché delle due l’una, o si manca di conoscenza (anche delle due operazioni di base dell’aritmetica) oppure si parte da una definizione diversa di ceto medio. Prendiamo l’esempio di una coppia con due figli (uno di vent’anni e uno di quindici) e un reddito netto di 120’000 franchi. Oggi questa famiglia paga 23’000 franchi di premi di cassa malati e ha diritto a un sussidio pari a 4’200 franchi. I rimanenti 18’800 franchi di premi, pari al 16% dello stipendio, rimangono a loro carico.
Se dovesse passare l’iniziativa del 10% il carico massimo dei premi di cassa malati sul budget familiare non potrà superare il 10% del reddito, in questo caso 12’000 franchi. Questo si tradurrebbe in un aumento di sussidio pari a 6’800 franchi. Sempre prendendo questo reddito, applicando le principali deduzioni fiscali (cassa malati, spese per il conseguimento del salario, deduzioni per figli) si arriva ad un imponibile di circa 83’000 franchi, che si traduce in una imposta cantonale di 4’500 franchi.
Per coprire i costi dell’iniziativa, nelle peggiori delle ipotesi ventilate dagli avversari, questo si tradurrebbe in un aumento di imposte, per la famiglia, pari a 900 franchi. A questa famiglia resterebbero in tasca 5’900 franchi netti in più all’anno. Lo ribadiamo, non è matematica, ma semplice aritmetica. Ma forse non è questo il ceto medio di cui parlano i liberali, forse il loro ceto medio di riferimento è quello che prende più di 250’000 franchi all’anno, lo stesso ceto medio per il quale negli ultimi anni hanno promosso deduzioni fiscali, che hanno svuotato le casse del Cantone.
Limitando i premi al 10% del reddito, le famiglie avranno maggiore capacità di spesa e di risparmio. Aumentando il potere di acquisto, i soldi versati tramite i sussidi entrerebbero direttamente nel circuito economico locale a beneficio dei commerci e dell’economia del cantone in generale. Il presidente del Partito Liberale Radicale parla anche di sburocratizzazione, ma se si vogliono veramente sburocratizzare le pratiche amministrative, allora che si cominci dalle annose pratiche per chiedere le prestazioni complementari, oltre che gli stessi sussidi di cassa malati.