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Atisa, un Messaggio sorprendente

(Ti-Press)

Con il Messaggio 8663 del 20 agosto scorso il Consiglio di Stato chiede un credito di 9,42 milioni di franchi per acquistare l’intero pacchetto azionario di Alloggi Ticino Sa (Atisa). Atisa è una “organizzazione di utilità pubblica” (Oup) ai sensi del “Piano cantonale dell’alloggio” del febbraio 2017 che la cita espressamente con questo ruolo a pagina 15. Essa è infatti una società di diritto privato il cui scopo principale è quello di “favorire l’edilizia residenziale economica e di ostacolare la speculazione nel mercato dell’abitazione”. Uno scopo che Atisa, durante quasi 40 anni, ha svolto con passione ed efficacia, diventando progressivamente proprietaria di 41 edifici con 1’377 appartamenti, 49 spazi commerciali, 42 camere per studenti e circa 1’600 posti auto. Un risultato raggiunto anche grazie alla fiducia da parte del Consiglio di Stato e alla collaborazione costante con l’Ufficio federale dell’abitazione (Ufab). Lo scetticismo iniziale delle autorità cantonali e federali era stato vinto grazie all’impegno e alla professionalità del personale che, valorizzando l’immagine della società, difendeva in modo virtuoso anche il proprio posto di lavoro, nei primi anni tutt’altro che assicurato. Le proprietà acquisite sono state costantemente risanate, aggiornate secondo i più moderni criteri di isolazione termica e acustica. Il grado di sfitto attuale è del 2,47% (dato aggiornato al 24.7.2025).

Il Cantone che nel 1987, al momento della fondazione di Atisa, aveva partecipato a finanziare l’operazione con mezzo milione di franchi pari al 25% del totale di allora (2 milioni), detiene oggi con 5,8 milioni poco più del 38% del capitale totale di 15,2 milioni. L’aumento della partecipazione del Cantone è stato fondamentale in particolare nel 2006, quando sia il Cantone che l’Ufab aumentarono la propria partecipazione al capitale di Atisa di 3,5 milioni ciascuno. Quell’aumento di capitale di 7 milioni permise ad Atisa di acquistare da Sapomp (la società della Confederazione incaricata di riscattare gli stabili sussidiati di società che dichiaravano fallimento per poi rimetterli sul mercato) gli stabili che la stessa Sapomp aveva riscattato in Ticino e sui quali avevano messo gli occhi società della Svizzera interna, speculando sulla mancanza di concorrenti nel cantone sede degli immobili. In quella occasione mi recai io stesso, come presidente di Atisa, a Lucerna per convincere l’Ufab della affidabilità professionale e finanziaria della nostra società.

Da qualche tempo Logis Suisse, per giustificare il suo investimento, ha chiesto un minimo di corresponsione di dividendi. Una richiesta ragionevole alla quale si è sempre opposto il Cantone proprio per spingere Logis Suisse a volersi disfare della sua quota, poterla acquistare e diventare così socio con la maggioranza assoluta. Ma oggi il Cantone vuole andare oltre e chiede il credito necessario per diventare azionista unico. Una operazione forse interessante dal profilo finanziario, ma dubbia per quanto riguarda il futuro di Atisa e contraddittoria rispetto allo stesso Piano cantonale dell’alloggio. Il Cantone, in quanto Stato, non è attrezzato e non è adatto per operare direttamente con un proprio ufficio nel mercato immobiliare. Ricordo tra l’altro che, proprio per questa evidenza, la Confederazione, quando riscattò diversi stabili sussidiati che erano andati in fallimento, per gestirli creò una società anonima, la Sapomp Sa. Proprio quella dalla quale avremmo poi acquistato 7 stabili nel 2006.

Immagino che anche il Consiglio di Stato non creerà un apposito ufficio nel Dss o nel Dfe al quale affidare il compito di svolgere una attività di gestore immobiliare, per cui è ragionevole supporre che cercherà all’esterno dell’amministrazione cantonale qualche società del ramo alla quale affidare questo compito. Magari ancora Alloggi Ticino Sa. Ma allora che senso ha spendere più di nove milioni di franchi dei contribuenti per lasciare, indipendentemente da chi eventualmente sostituirà Atisa, di fatto le cose come prima? Già oggi Atisa può (deve) essere utilizzata per rispondere ai programmi e alle esigenze della politica cantonale dell’alloggio. Compiti che Atisa svolge con successo dalla sua fondazione nel 1987. Il piano cantonale dell’alloggio la cita espressamente a pagina 15 come organizzazione di utilità pubblica (Oup) con il compito di “acquistare… e mantenere nel tempo alloggi a pigione moderata… e, in particolare, per realizzare gli obiettivi del Piano cantonale dell’alloggio”. A maggior ragione non si spiega perché si vogliono spendere 9 milioni e rotti per continuare a fare quello che già viene fatto con successo. Che necessità c’è di volere tutto il pacchetto azionario buttando fuori anche l’Ufab con il quale si è sempre collaborato bene? Se ci fossero dei milioni disponibili per la politica dell’alloggio sarebbe probabilmente meglio spenderli per acquistare nuovi terreni e promuovere la costruzione di nuovi stabili a pigione moderata. Magari proprio con Atisa.