Il Tacuín dal Mendrisiott ’25 si concentra sui proverbi ticinesi e, recuperando il patrimonio linguistico del territorio, ha l’intento di strappare un sorriso a chi li legge. Alcune vignette ritraggono uomini e donne in atteggiamenti stereotipati, esasperatamente sessisti e promotori della “polarizzazione dei generi”, termine riferito all’idea che uomini e donne abbiano compiti e ruoli societari e familiari ben definiti e distinti. Alla visione polarizzata dei generi consegue che, qualora un uomo o una donna assuma un ruolo tradizionalmente attribuito all’altro sesso, commetta un’azione criticabile o risibile.
Davanti ai proverbi e alle caricature del calendario, alcune donne e alcuni uomini si sono chiesti se questi fossero davvero i più indicati a rappresentare la saggezza di cui i nostri avi sono portatori. E ancora, alcune donne e alcuni uomini si sono chiesti se, davanti ai modi di dire che oggi risultano innegabilmente sessisti, sia ancora il caso di ridere, e se abbiano mai davvero fatto ridere. Per finire, alcune donne e alcuni uomini si sono chiesti se gli autori del Tacuín siano al corrente che il linguaggio segue le evoluzioni culturali della popolazione che la parla e che, oggi, esprimersi attraverso modi dire che acuiscono i ruoli di genere, infastidisce tutte e tutti coloro che tali ruoli non li vogliono più subire e dai quali desiderano emanciparsi.
Un giornale settimanale del Mendrisiotto ha pubblicato uno scritto in reazione ai contenuti del Tacuín; la redazione dello stesso ha affermato di non voler concedere altro spazio a simili riflessioni in quanto “la questione finisce qui”. Molte donne e molti uomini considerano vi sia ancora tanto da dire, da scrivere e da riflettere prima che la questione degli stereotipi di genere venga esaurita.