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Il futuro dell’educazione è senza violenza

La recente decisione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale di inserire nel Codice civile il principio dell’educazione non violenta è un passo storico. Non si tratta solo di una norma, ma di un segnale chiaro: la violenza nell’educazione non può più essere tollerata.
Le punizioni fisiche e i trattamenti degradanti, spesso minimizzati, lasciano cicatrici profonde. Studi scientifici dimostrano che danneggiano il cervello in via di sviluppo, compromettendo l’equilibrio emotivo e relazionale dei bambini. I rischi sono enormi: ansia, depressione e riproduzione di schemi violenti in età adulta.
Il vero nodo è culturale: troppi genitori ed educatori ignorano ciò che le neuroscienze hanno scoperto sullo sviluppo infantile, limitandosi a modelli obsoleti. Serve un cambiamento concreto. Questa legge deve essere accompagnata da sensibilizzazione per i genitori e da una formazione obbligatoria, mirata e aggiornata alle più recenti scoperte neuroscientifiche, per tutti gli addetti ai lavori: insegnanti, operatori dell’infanzia, assistenti sociali, avvocati, magistrati e tutti i professionisti del settore che hanno a che fare coi bambini. Solo così si garantirà un cambiamento reale.
Dove leggi simili sono in vigore, gli abusi sono diminuiti e il benessere dei minori è migliorato. La Svizzera ha ora l’occasione di allinearsi ai migliori standard di tutela dell’infanzia.
L’educazione non violenta non è solo una norma, ma un valore che definisce il futuro. Il modo in cui educhiamo oggi determinerà la società di domani. Abbiamo il dovere di crescere bambini sereni, in un mondo fondato sul rispetto e sull’empatia.