Che mansioni hai svolto la scorsa settimana? Rispondi all’email – elencando cinque cose fatte – e metti in copia il tuo capo. Questo – Elon Musk – sta recapitando a centinaia di migliaia di dipendenti statali. Ed è lo stesso questionario che hanno ricevuto i 700 lavoratori italiani della base americana di Aviano, in Friuli. I cittadini italiani che lavorano nelle basi statunitensi – in Italia – sono pressappoco 4’000 e nonostante il loro datore di lavoro sia il Governo degli Stati Uniti, sottostanno a un contratto italiano e quindi non rischiano di essere licenziati se non rispondono all’@ di Musk. Secondo gli esperti sono almeno 50 le basi militari americane in Italia, forse di più… se si considerano quelle più piccole. Top secret è il numero di testate nucleari che queste basi ospitano, come previsto dal trattato firmato dall’Italia nel 1962. A poco meno di 150 chilometri da noi, ad esempio, nella base NATO di Ghedi, in provincia di Brescia le ogive ivi stoccate sono probabilmente 20. Altrettante ad Aviano, vicino Pordenone. È per via di questi ordigni che l’Italia non ha mai aderito ai trattati, essendo considerata una cosiddetta potenza nucleare. Con la caratteristica, non irrilevante, che sulle armi che si trovano su territorio italiano non esista nessun controllo se non quello del tycoon. E nel momento in cui Trump e gli Stati Uniti smettono di presentarsi come alleati e protettori, è bene tenerlo a mente. È del 1957 “Missili in giardino” (Rally round the flag, boys) dello scrittore statunitense Max Shulman. Il cosiddetto “american way of life” evocato nel libro mi fa pensare che la guerra fredda è ormai finita da tempo. Eppure, come direbbero gli scettici: non siate superstiziosi…