laR+ Lettere dei lettori

Tram e Consiglio di Stato

Sono un cittadino pensionato e mi sono sempre fidato del potere giudiziario ticinese. Non l’ho mai messo in discussione perché ha sempre dato prova di interpretare e far rispettare le leggi, aspetto fondamentale per una buona convivenza. La politica invece ha spesso tradito i suoi obiettivi e i suoi progetti: basti pensare alle diverse decisioni del cittadino, espresse con il voto, che non hanno avuto seguito per la latitanza dei politici. Questa premessa per denunciare due eventi capitati in questi mesi, legati al settore scolastico. Si tratta di persone, conosciute con nome e cognome, che hanno subito scelte particolari: un docente Spai licenziato e due persone nominate responsabili del settore medio superiore. In entrambi i casi il Tribunale amministrativo (Tram) è intervenuto per evadere ricorsi. La scelta del tribunale è stata chiara e ha stabilito che il potere politico, il Consiglio di Stato, ha commesso degli errori e l’ha invitato a rivedere la sua posizione e le sue scelte. Mai l'avesse fatto! Il Consiglio di Stato, imperterrito, ha seguito una sua linea e ha dribblato la decisione giudiziaria con una scioltezza degna dei Paesi in cui non vige la democrazia o dove famosi personaggi deridono la giustizia perché non si piega al loro volere. Cosa mi potrebbe succedere se, come semplice cittadino, dovessi disubbidire a un verdetto come ha fatto il Consiglio di Stato?