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Buon viaggio Papa Francesco

A pochi giorni dal commiato da Papa Francesco non possiamo dimenticarci quale sia stata la linea guida del suo papato. Nato in Argentina, ma da famiglia italiana emigrata “alla fine del mondo”. Non si è mai voltato dall’altra parte di fronte a tutte quelle persone diseredate e ai margini della società. Il suo primo viaggio, a ridosso della sua elezione, fu proprio a Lampedusa, dove sbarcano gli ultimi degli ultimi, senza mai dimenticarsi di coloro che durante il viaggio hanno perso la vita e sono molti, troppi. Non si è dimenticato dei tanti volontari che ogni giorno si impegnano nell’aiuto concreto e solidale rivolto a tutte queste persone che non cercano altro che una vita in nome della pace. Non viaggiano in business-class, ma in scomodi e poco sicuri barconi della speranza, quasi sempre governati da scafisti senza scrupoli. Per loro l’importante è guadagnare sulla pelle altrui, poco importa se arrivano vivi o morti! È stato sicuramente un Pontefice progressista e rivoluzionario in una Chiesa Cattolica ancora troppo conservatrice e legata a dogmi del cattolicesimo ormai obsoleti. Ma il mondo cambia rapidamente e dunque il suo comportamento dev’essere uno spunto di riflessione per tutti i credenti, non solo di religione cattolica. Sempre attento alle guerre in corso, ingiuste e crudeli, dove i genocidi non lasciano spazio alla ragione e al senso di umanità. Rispetto a questo tema, non possiamo dimenticare le persone alloggiate nei nostri Centri Federali della Migrazione: persone e bambini traumatizzati da bombe e repressioni, dove la pace ha dovuto cedere a violenza e distruzione. Questo non era il mondo ideale di Papa Francesco: ha cercato in tutti i modi di portare alla ragione capi di stato, portatori di divisioni e guerre senza esclusioni di colpi. Non hanno voluto ascoltarlo. Non si è nascosto di fronte alla pedofilia presente anche nella chiesa cattolica, anzi, l’ha ostacolata con tutte le sue forze. L’omosessualità per lui non era un tabù, ma una condizione da rispettare, infatti disse: “Chi sono io per giudicare un gay?”. Affermazione che in parte mise in crisi la società cattolica. Frase potente e razionale. E per i senzatetto costretti a vivere per strada e a dormire sui marciapiedi e spesso a morirci di freddo, in un mondo basato sul capitalismo e non sul rispetto umano ha sempre ringraziato e valorizzato il lavoro dei tanti volontari che si dedicano giorno e notte a loro e alle persone meno fortunate. Papa Francesco era anche molto altro. Grazie di tutto.