In poco meno di un secolo – dal 1933 al 2023 – tre Papi han dovuto far fronte a uno stesso tremendo fenomeno: il fanatismo genocidario del potente di turno. Negli anni Trenta il nazismo metteva paura a tutti i governi europei, ma in Vaticano Pio XI ha osato opporsi con l’enciclica ‘Mit Brennender Sorge’ (1937) alla politica hitleriana di sterminio di cristiani ed ebrei; se non fosse morto (1939), una seconda, più risoluta nella condanna dell’antisemitismo, sarebbe stata indirizzata ai fedeli: Umani Generis Unitas. Sul soglio pontificio gli è subentrato il cardinale Pacelli col nome di Pio XII. Pacelli aveva collaborato con Pio XI, ma aveva un’altra tempra, lo sappiamo. I Papi successivi erano in sintonia coi tempi di ‘guerra fredda’, ‘coesistenza pacifica’, ‘imperialismo americano’. Poi d’un colpo, nel 2023, in un angolo del Vicino Oriente, si scatena una guerra che nel giro di pochi mesi mostra un volto ‘déjà vu’! I discendenti degli Ebrei genocidati – buona parte della popolazione israeliana sionista – con sbigottimento e orrore del mondo intero si accaniscono con furia sempre più sanguinaria su di un antico popolo che lì viveva, nel mondo concentrazionario di Gaza. Le ragioni addotte dal regime sionista di Tel Aviv sono note, ma non accolte tali e quali nemmeno dall’Onu. Come ha reagito il Vaticano? Ai posteri l’ardua sentenza! Una frase del messaggio Urbi et Orbi di Pasqua mi fa però riflettere, quando papa Francesco dice di essere preoccupato dal “crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo”. Certo, questa nauseante avversione dev’essere combattuta; non c’è nessuna scusante! Ma il 7 ottobre 2023 ha rivelato un fanatismo sionista genocidario, che ha trovato una complicità irresponsabile nei dirigenti occidentali. I recenti acciacchi che hanno colpito il pontefice gli hanno forse preannunciato che l’Arcangelo lo attendeva sull’uscio. Perché nel suo ultimo messaggio, invece di temere il fiato di Netanyahu sul collo, il Santo Padre non ha volto lo sguardo a chi sta in Cielo per farsi coraggio e rendere giustizia ai morti e ai sopravvissuti di Gaza? Per sostenere chi continuerà a lottare contro colonialismi e imperialismi che hanno ammazzato milioni di persone innocenti che non chiedevano altro che di poter vivere? Terzo Papa ad affrontare il genocidio, con una seconda frase Francesco avrebbe avuto un consenso veramente ‘urbi et orbi’.