laR+ Lettere dei lettori

Libri, o libere pecore?

25 maggio 2025
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A volte mi chiedo se per la mia generazione – nata durante l’ultimo conflitto mondiale – sia stata o meno una fortuna essere venuta al mondo durante quel periodo quando non c’erano tutte le immagini che sono oggi in circolazione, sia in senso concreto che figurato, libri compresi. Sicuramente la professione che ho intrapreso a fine anni Cinquanta è stata per me, qui nel Ticino dove era ancora sconosciuta e tutto arriva più tardi, perlomeno un’avventura. Terminata però (o quasi) tra la fine del secondo Millennio (“Orio Galli – 50 anni di graphic design”, Poncioni editore, Losone, 2015) e l’inizio del Terzo che ha segnato l’esplosione (insieme alle Torri Gemelle) della tecnologia digitale. Ma mi fermo qui… per non saltare magari in aria con l’IA. Anche perché il mondo intero sta ormai “esplodendo”. O implodendo, fate voi.

Ora leggo sul “benemerito” sito Naufraghi un articolo di Concita de Gregorio già apparso su la Repubblica sotto il titolo: “Quando i libri salvano il nostro futuro”. Vi si parla del successo del Salone del Libro di Torino: «Voltando le spalle al palco, lo spettacolo è il pubblico. Migliaia e migliaia di persone. Ragazzi seduti a terra a leggere un libro ma non lo stesso libro, come succede nei gruppi di lettura: ciascuno il suo. Seduti in cerchio, telefoni spenti. Siete un’associazione? No, no. Non ci conosciamo. Quindi come funziona? Niente. Uno si siede, arrivano gli altri e si siedono accanto. Così. È semplice…».

Ora mi chiedo però se la De Gregorio (che stimo come giornalista) non abbia in questo caso preso un “ottimistico” abbaglio confondendo magari libri con eventi.