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Disinformazione e diffamazione

È diventata ormai la regola, quella di scrivere commenti diffamatori, sulla base di parzialità e manipolazione. Fatti provati e fatti presunti non sono la stessa cosa, ma troppo spesso si usano i secondi per attribuire responsabilità e ribaltare le parti: l’oppresso diventa l’oppressore. E allora, come durante il Covid, chi osa affermare qualcosa che esce dai binari del “mainstream”, si scontra con esso, viene diffamato, aggredito, messo a tacere. Già solo questo dovrebbe far pensare! L’integrità intellettuale e morale dietro ad una notizia è sempre più un bel ricordo del passato. Molti se ne rendono conto ma non osano esporsi perché gli altri, per quanto in proporzione meno numerosi, diventano anche violenti. Si denigra un responsabile di governo per aver licenziato il capo dell’intelligence perché “cercava di far luce su un gravissimo avvenimento” del quale accusa il primo di averlo provocato. Informazione falsa e fuorviante. La verità è che proprio il capo dell’intelligence ha creato i presupposti per tale avvenimento, con l’intento di far cadere il governo. Non ci sono riusciti con le forti opposizioni contro la riforma della legge giudiziaria, non ci sono riusciti con altre false accuse, allora ci hanno provato ancora, e di nuovo con lo zampino della stessa attuale distorta legge giudiziaria.