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Complici

Davanti all’immane massacro di Gaza, da centinaia di migliaia di ebrei sparsi nel mondo e persino da un ex primo ministro israeliano, è arrivata la pressante richiesta di porre fine alla mattanza (definita genocidio da Amos Goldberg, uno dei massimi specialisti di Olocausto). Da noi invece l'Associazione Svizzera-Israele sostiene senza se né ma la politica di Netanyahu: “La guerra è tutta colpa di Hamas che usa i gazawi come scudi umani. Basta arrendersi e rilasciare gli ostaggi per porre fine al conflitto”. Il problema è che non siamo di fronte a un conflitto Hamas-Israele: è una guerra di Israele contro ogni palestinese. Testimoni oculari stranieri che prestano aiuto medico alla popolazione gazawi lo certificano: “Non abbiamo mai assistito a violazioni così gravi ai danni di popolazioni civili”. L'uso di migliaia di bombe da una tonnellata con un raggio di letalità di 400 m, bambini sistematicamente colpiti alla testa dai cecchini israeliani, eliminazione mirata di giornalisti per cancellare ogni prova, l'uso della fame come arma punitiva: un insieme di azioni che mirano selettivamente i civili. Ora nel Diritto internazionale valgono tre chiari principi per salvaguardarli: il principio di distinzione, di proporzionalità e di precauzione. Nessuno di questi è rispettato a Gaza. Sempre il Diritto internazionale prevede che Israele, quale potenza occupante, è obbligato a proteggere i civili. 60’000 civili uccisi non possono essere ritenuti danni collaterali ed evidentemente non sono stati protetti! Ultimamente il Collettivo giurassiano per la pace a Gaza ha presentato denuncia penale al Ministero pubblico contro tre consiglieri federali per "possibile complicità" nei crimini commessi da Israele. Ebbene anche l’Associazione Svizzera-Israele, sostenendo la politica del governo israeliano, ne diventa complice e merita perlomeno un biasimo morale.