La presenza di Lugano ai vertici della politica cantonale ticinese sembra ai minimi storici. Il Consiglio di Stato non include alcun esponente della città: Centro: Raffaele De Rosa (Riviera), Lega: Norman Gobbi (Airolo) e Claudio Zali (Malcantone), Plr: Christian Vitta (Sant’Antonino), Ps: Marina Carobbio Guscetti (Lumino). Stessa situazione nella direzione dei partiti: Centro: Fiorenzo Dadò (Cevio), Lega: Daniele Piccaluga (Monteceneri), Plr: Alessandro Speziali (Minusio), Ps: Laura Riget (Bellinzona) e Fabrizio Sirica (Locarno), Udc: Piero Marchesi (Tresa), Verdi: Samantha Bourgoin (Gordevio) e Marco Noi (Bellinzona). Il Mendrisiotto, addirittura, è completamente assente sia dal Governo sia dai vertici dei partiti.
Questa situazione può essere letta in modi diversi, tra cui: come il segno di una crescente distanza tra la politica e due delle regioni più popolose ed economicamente attive del Cantone, oppure come un riequilibrio dopo un periodo in cui l’attenzione si era concentrata su Lugano e sulle problematiche legate alla frontiera con l’Italia, o anche come un segno di autosufficienza e disinteresse da parte di queste aree verso la politica cantonale. Potrebbe anche essere un elemento che ha contribuito al successo di partiti minori più vicini ai bisogni di queste regioni o, perché no, uno degli effetti della nuova galleria di base del Ceneri, che ha contribuito al superamento della storica frattura tra Sopraceneri e Sottoceneri.