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Palestina: genocidio vs antisemitismo

C’è chi ritiene antisemita chiamare “genocidio” quanto subiscono i palestinesi da parte dell’esercito israeliano e dai coloni. In sé la questione sarà decisa dalla Corte penale internazionale, che nel mandato di arresto per Netanyahu nel 2024 si era già espressa in tal senso. Francesca Albanese, esperta Onu per la Palestina, nel rapporto “Anatomia di un genocidio” conferma l’esistenza dei presupposti fondamentali di genocidio, tanto da essere vittima essa stessa di ritorsioni e minacce dagli Usa. È innegabile che Netanyahu sia potuto arrivare a tanta crudeltà poiché i Paesi occidentali non hanno imposto sanzioni a Israele e impedito la fornitura di armi. E non dimentichiamo che per accuse assurde (poi sconfessate dal “Rapporto Colonna”) da parte di Israele contro Unrwa, il parlamento svizzero ha ridotto i fondi alla storica organizzazione creata per aiutare la popolazione palestinese dopo la Nakba. Purtroppo tanti di coloro che siedono sotto la cupola federale sono indifferenti alla sorte dei palestinesi e, contrariamente alla popolazione svizzera, dimostrano poca solidarietà verso le sofferenze a Gaza e in Cisgiordania, mentre continuano ad essere amici di Israele nonostante le lampanti violazioni delle Convenzioni di Ginevra commesse da questo. Detto ciò, piuttosto che giudicare antisemita il termine “genocidio” e chi lo usa (altra assurdità, ma ormai qualsiasi segno verso la pace e contro le atrocità compiute da Israele è antisemita), il Parlamento federale dovrebbe impegnarsi per la pace ed esigere il rispetto del diritto umanitario, fatto deliberatamente collassare in questi due anni da Israele e Usa con attacchi indiscriminati a Onu, Corte penale internazionale, Unrwa e a tutti coloro che si oppongono al genocidio. E ricordarsi che anche i palestinesi sono semiti!