Il presidente del Plr Speziali ha scritto un’opinione dedicata all’argomento che spopola in questi giorni: l’assassinio di un influencer di estrema destra da parte di un altro estremista ancora più a destra. Le sue riflessioni paiono copiate dagli innumerevoli profili social di destra che indicano come colpevole dell’assassinio la sinistra (?) perché qualcuno, come me, fra tutte le morti di questi tempi, non ha intenzione di piangere quella di un predicatore di discorsi razzisti, omofobi e misogini. Negli States è già partita la caccia alle streghe contro chi non si straccia le vesti per il nuovo martire o addirittura sostiene che Kirk se la sia cercata. Speziali riprende un altro meme ben diffuso fra i profili di destra: dire che se l’è cercata è come dire che se una donna con la minigonna viene stuprata è colpa sua. Il paragone è ridicolo e non ho l’intenzione di commentarlo.
Però Speziali ha attirato il mio interesse quando ha proposto un parallelismo ticinese: come reagiremmo se da noi chi raccoglie le firme per un referendum venisse messo a tacere con violenza? Vorrei ricordare al presidente che non è un’ipotesi! I militanti Mps che raccoglievano firme contro il finanziamento del Pse a Lugano sono stati minacciati da solerti difensori dello status quo. Non ho sentito condanne, come non le ho sentite per i recenti omicidi di politici democratici negli Usa.
A seguito di queste considerazioni osservo che, a livello locale come internazionale, se c’è qualcuno che deve subire odio strumentalizzato beh, non sta proprio nell’area politica alla quale è stato strizzato l’occhiolino. Da parte mia, cerco di prendere dei respiri dalla socialsfera, o di usarla in modi costruttivi come la promozione dell’iniziativa per limitare al 10% del reddito i premi di cassa malati.