Presa di posizione

Non è antisemitismo, sono i diritti umani

Piena solidarietà al collega Roberto Antonini, accusato a torto dall’Associazione Svizzera-Israele per le sue prese di posizione pubbliche su Gaza

In sintesi:
  • Un tentativo spregevole dell’Asi contro i principi costituzionali della libertà di opinione e di stampa
  • La presenza di Bobo al vertice del Corso di giornalismo costituisce un valore aggiunto 
Migliaia di persone sabato alla manifestazione a Bellinzona
(Ti-Press)

L’editore e la direzione de laRegione esprimono piena solidarietà al collega Roberto Antonini, giornalista di lungo corso, persona integra e validissimo collaboratore della nostra testata. ‘Bobo’ è stato accusato, a torto, dall’Associazione Svizzera-Israele (Asi) di “antisemitismo” per le sue prese di posizione pubbliche (anche per gli editoriali che firma su questo giornale) in merito alla tragica situazione umanitaria a Gaza, e in quanto tale di non essere idoneo a ricoprire la carica di direttore del Corso di giornalismo della Svizzera italiana. Un tentativo spregevole in netto contrasto con i principi costituzionali della libertà di opinione e di stampa, quello dell’Asi, teso a emarginare le voci critiche – e coraggiose – che in nome dei diritti umani osano condannare con determinazione l’agire criminale del governo Netanyahu. Antonini non solo è in grado di dirigere il programma di formazione dei futuri giornalisti ticinesi: la sua presenza al vertice e il suo esempio (un professionista che non demorde, nonostante le pressioni e gli attacchi subiti) costituiscono un notevole valore aggiunto per il Corso, ovvero un prezioso insegnamento per tutte le persone che aspirano a svolgere questo mestiere.

Nel merito, forse occorre ribadire che stigmatizzare le politiche di sterminio attuate dallo Stato israeliano ai danni dei civili palestinesi non implica in alcun modo adottare posizioni antisemite, anzi. Pretendere un tale automatismo vuol dire da un lato cercare di legittimare le ingiustificabili atrocità commesse dal governo Netanyahu; dall’altro, e paradossalmente, banalizzare il vero concetto di antisemitismo in quanto odio verso gli ebrei perché ebrei: una forma di discriminazione etnico-religiosa che va condannata con la massima fermezza, sempre e ovunque.