Scompiglio in Municipio a Lugano per l’idea di proporre a Mansueto l’acquisto del futuro stadio, ma soprattutto per la sottostima dell’impatto del Pse
Ha suscitato reazioni indignate il tentativo di dribbling della maggioranza che governa Lugano da parte di Raoul Ghisletta, municipale della Sinistra. Immediata la tirata di orecchie, in primis da parte di sindaco e vicesindaco. Non tanto per la trasgressione formale, quanto per le sue dichiarazioni che hanno osato toccare un nervo scoperto, quello dei costi del Polo sportivo e degli eventi (Pse) in costruzione a Cornaredo e soprattutto del suo impatto finanziario sull’erario cittadino, che pare sia stato sottostimato qualche anno fa, tanto da obbligare l’Esecutivo a una dieta ferrea. La Città ha cominciato a tirare la cinghia con la revisione della spesa (esercizio eseguito con tagli di dieci milioni di franchi) ma all’orizzonte c’è il menù che si manifesterà in consistenti cessioni di proprietà pubbliche, che sono state stimate in 200 milioni.
Al di là della trovata di proporre a Joe Mansueto, proprietario del Football club Lugano, di acquistare lo stadio che suona più come una battuta da bar, le parole di Ghisletta traducono legittime (…)
(…) preoccupazioni su questioni legate agli affitti in città e alle ripercussioni del Pse, che costringe l’autorità politica a procedere a una cura dimagrante che toccherà direttamente o indirettamente i bilanci dei cittadini. Tali critiche assomigliano parecchio a quelle espresse prima del referendum, che venne bocciato dalla maggioranza degli aventi diritto al voto a Lugano nel novembre 2021, dall’Mps, dal comitato contrario e dall’allora relatore di minoranza della Commissione della gestione Ferruccio Unternährer (Plr). Ora bisogna correre ai ripari con risparmi e dismissioni di qualche gioiello di famiglia sui quali appare necessario un dibattito pubblico che ne faccia digerire la causa e la conseguente rinuncia a investimenti attesi. Intanto, qualche economia la si potrebbe e si dovrebbe ottenere tramite l’organizzazione di più concorsi pubblici, invece di affidare tanti lavori direttamente, pure per mansioni non urgenti e attività programmabili. Nel 2024 le commesse pubbliche a incarico diretto o su invito a Lugano hanno raggiunto la cifra record di 63,7 milioni di franchi, con un balzo in avanti di ben dieci milioni di franchi, rispetto al 2023. Peraltro, l’aumento di questi incarichi è pari al risultato ottenuto con la revisione della spesa, che ha toccato anche settori come la scuola, la cultura e la socialità (che il Consiglio comunale un paio di mesi prima aveva votato di escludere)... Insomma, le commesse pubbliche su invito o incarico diretto, oltre a far sollevare le sopracciglia a tanti, sono sicuramente un ambito in cui intervenire per fare economia, sempre che ci sia la volontà politica di procedere in tal senso.
Ma ciò che dà più fastidio alla maggioranza del Municipio di Lugano è l’attacco frontale di Ghisletta alla politica finanziaria della Città. Non è un caso che venga veicolata l’interpretazione secondo la quale l’esternazione del municipale della Sinistra rappresenti uno strappo, o un brutto colpo alla collegialità all’interno dell’Esecutivo. Un principio, quello della collegialità, che a Lugano non è sempre rispettato. Basta sfogliare il domenicale di via Monte Boglia che non perde l’occasione di prendere di mira i colleghi del suo direttore, quando hanno posizioni non in sintonia con quelle del ‘Mattino della Domenica’. Da questo punto di vista, non si capisce da quale pulpito possa discendere l’atto parlamentare dei consiglieri comunali della Lega dei Ticinesi contro il municipale della Sinistra, che ha espresso pubblicamente il suo pensiero, proprio come spesso ha fatto il municipale e direttore Lorenzo Quadri. Rispetto alle legislature recenti, questa modalità, a sinistra, rappresenta una novità, alla quale crediamo toccherà abituarsi.