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Quelli intelligenti

La sinistra italiana straperde i referendum e si aggrappa a una matematica tutta sua per darsi ragione, senza mai fare una vera autocritica

In sintesi:
  • Il fatto che solo il 30% degli aventi diritto al voto si sia recato alle urne, che servisse un quorum del 50% e che i referendum siano stati un gigantesco flop, pare non rientri nel calcolo
  • La superiorità morale di chi fa moralismo quando gli altri vogliono affossare un voto, e poi usa lo stesso identico metodo quando vuole affossare quelli che piacciono agli altri, è perlomeno discutibile
Cinque quesiti, cinque fallimenti
(Keystone)
12 giugno 2025
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Quelli intelligenti sono andati a schiantarsi contro un enorme iceberg chiamato referendum. Eppure l’iceberg – enorme – si vedeva da lontano. E dire che all’inizio nemmeno c’era. Quelli intelligenti se lo sono messi da soli sulla loro rotta calcolando le coordinate precise per centrarlo. Poi, con la nave a picco, hanno iniziato a esultare mentre salivano fradici sulle scialuppe di salvataggio, spiegandoci come e perché l’iceberg ha colpito e affondato un’altra nave, quella dei pirati brutti e cattivi, oltre che stupidi, che nemmeno era salpata dal porto.

Il calcolo di quelli intelligenti, che si ritrova pari pari sulle bacheche ubriache dei social come nei sobri commenti ben remunerati di alcuni editorialisti illuminati, è questo: quasi 15 milioni di italiani sono andati a votare i quattro referendum sul lavoro e quello sulla cittadinanza che la destra al governo ha boicottato. La destra al governo aveva preso poco più di 12 milioni di voti alle ultime elezioni politiche. Quindi la destra ha perso. Anzi, deve stare attenta perché ormai è minoranza. Peggio ancora, deve dimettersi.


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La segretaria del Pd Elly Schlein ai seggi

Quelli intelligenti sono così intelligenti che avranno una matematica tutta loro: il fatto che solo il 30% degli aventi diritto al voto si sia recato alle urne, che servisse un quorum del 50% e che i referendum siano stati un gigantesco flop, pare non rientri nel calcolo. Della serie: abbiamo vinto anche se abbiamo perso. D’altronde “noi siamo i buoni, perciò, abbiamo sempre ragione. Andiamo dritti verso la gloria”, come cantava Edoardo Bennato, uno di sinistra che alla sinistra intelligente non è mai piaciuto, perché non aveva e non ha l’aria di uno afflitto da pensieri esistenzialisti. E che nelle sue canzoni con l’aria da filastrocca prendeva in giro una destra irregimentata a cui una certa sinistra è ormai sovrapponibile, talmente piena di certezze e verità intoccabili, per cui se la realtà non si piega ai suoi voleri – come nel caso dei referendum bocciati – è la realtà che non va bene. Mica loro.

Quelli intelligenti sono così intelligenti che hanno gridato allo scandalo davanti agli appelli di alcuni leader del centrodestra che hanno invitato più o meno elegantemente a boicottare il voto, perché “a votare si va sempre”, dimenticandosi che in svariate occasioni la sinistra aveva fatto la stessa cosa, usando l’arma del quorum per far naufragare quesiti non graditi. Insomma, quelli intelligenti, almeno loro, dovrebbero conoscerla la differenza tra morale e moralismo: applicarli a modulazione variabile a seconda delle convenienze non è una bella pubblicità.


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Cani al voto

Quelli intelligenti non hanno poi capito che il quesito sulla cittadinanza poteva essere un boomerang (anche dentro la stessa sinistra non c’era e non c’è stata unità), e che quelli sul lavoro erano più una vendetta tribale contro Matteo Renzi (vendetta a cui la maggior parte della gente non è più interessata, vista la sua irrilevanza politica) che temi davvero sentiti dalla popolazione, a torto o a ragione. Nel bene e nel male, c’è sempre stato un quesito trainante (la pubblicità in tv, l’acqua pubblica, il nucleare) per portare la gente ai seggi. L’introduzione di un salario minimo (che in un Paese con dati economici preoccupanti interessa i giovani, in primis, e anche le famiglie di destra), ad esempio poteva esserlo. Ci si poteva inventare qualcosa. Invece gli intelligenti hanno pensato che bastasse avere ragione per vincere.

E così è finita che quelli intelligenti, non solo non sono riusciti a convincere neanche la metà della metà degli stupidi a votare per loro. Non sono riusciti nemmeno a farli votare contro.