laR+ IL COMMENTO

Due righe scarse di presa in giro sulla Saleggina

Il governo dice di non saper spiegare come mai il Dt si è scordato della compensazione che rischia di costare 10-50 milioni

In sintesi:
  • Anche altri grandi comparti richiederebbero una compensazione simile. A meno che non siano già pianificati, con tanto di edificabilità certificata, per accogliere un ospedale
  • Già nel 2014 la Sezione dello sviluppo territoriale aveva segnalato all’Eoc la necessità di compensare a seguito dell’imminente revisione della Legge sulla pianificazione del territorio
Il comparto destinato ad accogliere il nuovo ospedale regionale di Bellinzona
(Ti-Press)
26 settembre 2025
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La domanda da un milione è se il Gran Consiglio nel 2021 avrebbe ugualmente avallato l’acquisto della Saleggina, dov’è previsto il nuovo ospedale regionale di Bellinzona e Valli, qualora il Consiglio di Stato lo avesse informato che sarebbe stato necessario dezonare una superficie analoga di 100mila metri quadrati con un costo stimato fra i 10 e i 50 milioni da aggiungere ai 16 destinati all’Esercito per il cambio di proprietà. Probabilmente no. Non tanto per il costo della compensazione, che anche altri terreni simili richiederebbero, ma perché solo una minoranza del Parlamento è disposta a trasformare in non edificabile ciò che lo è, sebbene Berna rifacendosi alla Legge sulla pianificazione del territorio indichi questa via come obbligata nel sovrastimato Ticino.

Tuttavia il clamoroso vuoto comunicativo, come si è visto lo scorso novembre dopo che il nostro giornale ha reso noto il parere giuridico del Dipartimento del territorio indicante l’obbligo di dezonare per poter edificare la Saleggina, non sembra aver scosso la politica cantonale. A parte tre interrogazioni e una riunione della Gestione in presenza dei direttori del Dt Claudio Zali e delle Istituzioni Norman Gobbi, lo sdegno è stato all’acqua di rose. In quell’incontro ai commissari è stato spiegato che il tema della compensazione – noto al Dt sin dal 2014 quando l’Ente ospedaliero cantonale indicò proprio il comparto militare fra Giubiasco e Bellinzona come quello preferibile fra altri sei sparsi in Ticino – è poi stato involontariamente dimenticato. Bella lì.

Ma a cosa è dovuto il poco sdegno? Appunto, al fatto che anche altri grandi comparti richiederebbero una compensazione simile. A meno che non siano già pianificati, con tanto di edificabilità certificata, per poter accogliere un complesso vasto e diffuso qual è un ospedale pubblico. Sacrosanto quindi l’esercizio avviato quest’anno da Cantone ed Eoc volto da una parte ad aggiornare le verifiche svolte nel 2014 per capire se esista un eventuale piano B nel Sopraceneri, sebbene poi in tal caso il nuovo terreno andrebbe comunque comprato ed eventualmente pianificato e fors’anche compensato (e ci risiamo); mentre dall’altra, lungo il binario parallelo, si cerca di capire dove sarebbe possibile ricavare 100mila metri sparsi in Ticino da strappare al mattone e destinare, a caro prezzo, a prato.

In tutto ciò rimane senza risposta l’interrogativo a sapere come sia stato possibile che il Dipartimento del territorio abbia dimenticato, sempre che di amnesia si sia trattato, di portare il tema in governo mentre nel 2020 il dipartimento di Gobbi affinava la convenzione con l’Esercito per la Saleggina. E dire che il tema, solo accennato da qualche attento deputato durante il dibattito del 2021, non era affatto secondario. Infatti è lo stesso Consiglio di Stato a spiegare adesso, rispondendo all’interrogazione Caroni, che già nel 2014 la Sezione dello sviluppo territoriale aveva segnalato all’Eoc la necessità di compensare a seguito dell’imminente revisione della Lpt. Peccato che nella medesima risposta, per redigere la quale ci sono voluti nove mesi, il governo si copra di ridicolo indicando in due righe scarse che “non è stato possibile appurare i motivi per cui nell’ambito dell’allestimento del messaggio l’aspetto del compenso non sia stato approfondito”. Una presa in giro che dovrebbe indurre la Gestione a indignarsi, questa volta sul serio, e a esigere spiegazioni dettagliate.

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