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‘Nuova’ cantonale, un percorso a ostacoli

Per il progetto tra Sementina e Monte Carasso l'approvazione è attesa solo per fine anno. Ma oggi parliamo anche del ‘papello’ Gehri e di Paolo Mieli

22 ottobre 2025
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Buongiorno, apriamo la giornata con i temi che meritano attenzione.

Nell'articolo, Marino Molinaro segnala che il risanamento della cantonale tra Sementina e Monte Carasso, di 1,6 km, è bloccato da diverse opposizioni; la Divisione delle costruzioni punta all'approvazione del Consiglio di Stato entro dicembre 2025. L'intervento, dal costo di 18 milioni, richiederà 14-24 mesi per riorganizzare la sede stradale a favore di pedoni e trasporto pubblico. Sono inoltre in corso indagini per la galleria di Gudo.
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Il commento di oggi è firmato da Roberto Scarcella, che parte da una celebre frase di Arbasino per descrivere le tre fasi della celebrità in Italia e le eccezioni come Paolo Mieli, ‘venerato maestro’ da sempre: colto, ubiquo e incline – ultimamente – a giudizi sprezzanti. E che non considera un’opzione il farsi da parte.
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Intanto i partiti si confrontano sulle richieste che la Camera di commercio ha inoltrato al governo per sbloccare la situazione sul ‘papello’ di Gehri. Plr, Lega e Udc sono a favore. Il Centro non si espone. Ps e Verdi contestano. A raccontarcelo è Jacopo Scarinci.
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Nel suo pezzo, Dino Stevanovic ci offre la testimonianza di Dafne Alberti, moglie del sindaco di Bioggio, che racconta i suoi "giorni neri" dopo il fermo di agosto: l’arresto del marito, la perquisizione, i figli lasciati soli, il proscioglimento da alcuni capi d’accusa con riconoscimento delle spese legali e il perdurare di un reclamo sul torto morale. Alberti denuncia l’assenza di tutela istituzionale, descrive ricoveri per attacchi di panico e il grave impatto della vicenda sui figli.
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Cristina Pinho mette in luce il convegno ‘Si fa presto a dire inclusione’ promosso dall’associazione ‘Essere a Scuola’ a Lugano, che esplora criticamente opportunità e rischi dell’educazione inclusiva. Virginio Pedroni sottolinea la necessità di educare alla trasformazione senza ridurre il docente a facilitatore; Rita Casale avverte che l’inclusione non può diventare fine ultimo a scapito dell’autonomia critica.
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Buona lettura

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