Preoccupazioni per l'editoria: possibile perdita di traffico verso siti e app tradizionali
I chatbot basati sull'intelligenza artificiale generativa stanno emergendo come un nuovo modo di accedere alle notizie soprattutto tra gli under 35, "sollevando preoccupazioni dell'editoria su una potenziale perdita di traffico dai siti e dalle app di informazioni". È uno dei temi delineati dal Digital News Report 2025 dell'Istituto Reuters condotto in 48 paesi.
Nel complesso, il numero di persone che usa i chatbot per le notizie è ancora piccolo (7% ogni settimana), sale al 12% per chi ha meno di 35 anni. ChatGpt rimane il servizio più menzionato, seguito da Gemini di Google e Meta AI. E stanno emergendo anche altre forme di aggregazione come i link alle notizie promosse sui telefoni Android (Google Discover).
Il rapporto rileva tuttavia opinioni contrastanti dei lettori. Se da una parte c'è interesse alle notizie con un riassunto (27%), traduzione in diverse lingue (24%), consigli sulle storie (21%) e utilizzo di chatbot per porre domande (18%); dall'altra il pubblico resta scettico sull'uso dell'IA nelle notizie e si sente "più a suo agio se c'è un coinvolgimento umano". Inoltre, se da un lato ci si aspetta che l'intelligenza artificiale renda le notizie più economiche da produrre (+29%) e più aggiornate (+16); dall'altro meno trasparenti (-8%), meno accurate (-8%) e meno affidabili (-18%).
"Questi dati - afferma l'Istituto Reuters - possono essere di conforto alle testate giornalistiche che sperano che l'IA possa aumentare il valore delle notizie scritte dall'uomo. A tal fine, abbiamo osservato che i brand affidabili di molti paesi, compresi quelli del servizio pubblico, sono ancora i più citati dai lettori se vogliono verificare se qualcosa sia vera o falsa online, insieme alle fonti ufficiali. I più giovani sono più propensi ad utilizzare i social media e i chatbot per controllare le informazioni".