Tecnologia

Scoperta una nuova connessione tra zucchero e Alzheimer

Uno studio rivela che il glicogeno nel cervello potrebbe influenzare la progressione della demenza

Una scoperta che apre nuove prospettive per la medicina
(Deposit Photos)
30 giugno 2025
|

C'è un nuovo e inaspettato giocatore nella partita contro l'Alzheimer e altre forme di demenza: è lo zucchero, come dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism e guidato dal californiano Buck Institute per la ricerca sull'invecchiamento.

Gli esperimenti condotti su mosche e su cellule umane coltivate in laboratorio hanno svelato, infatti, che i neuroni bruciano gli zuccheri, la loro quasi esclusiva fonte di energia, in maniera diversa rispetto a ciò che si pensava e questo meccanismo è strettamente legato all'accumulo di proteine tossiche tipico di queste malattie neurodegenerative. La scoperta apre dunque nuove strade ai trattamenti contro demenza e Alzheimer.

Il glucosio è immagazzinato nel corpo, specialmente in fegato e muscoli, sotto forma di glicogeno. Sebbene piccole quantità di questo zucchero complesso siano presenti anche nel cervello, il suo ruolo in quest'organo è stato a lungo considerato trascurabile. "Questo nuovo studio mette in discussione questa visione, e lo fa con implicazioni sorprendenti", dice Pankaj Kapahi, che ha coordinato lo studio: "Il glicogeno non si limita a rimanere inerte nel cervello, è coinvolto nelle sue patologie".

I ricercatori hanno infatti scoperto che il cervello affetto da demenza accumula glicogeno in eccesso, e questo sembra favorire a sua volta la progressione della malattia. Ciò è dovuto al fatto che la proteina tau, quella che forma grovigli dannosi caratteristici dell'Alzheimer, si lega proprio al glicogeno, intrappolandolo e impedendo il suo utilizzo da parte delle cellule. Liberando questi depositi di zucchero e ripristinando l'attività dell'enzima necessario, gli autori dello studio hanno dimostrato di poter ridurre l'effetto tossico dell'accumulo di proteine, sia nei modelli animali sia nei neuroni umani coltivati in laboratorio a partire da cellule staminali.