La coalizione accusa il colosso di abuso di posizione dominante e danni economici agli editori
Una coalizione di editori indipendenti accusa Google di abuso di posizione dominante nella ricerca web potenziata dall'intelligenza artificiale.
Stando ai documenti visionati da Reuters, il gruppo Independent Publishers Alliance ha presentato un'istanza alla Commissione Europea e all'autorità britannica per la concorrenza, affermando che la funzione di panoramiche IA, che mostra in cima ai risultati di ricerca una sintesi testuale delle risposte, contiene informazioni prelevate dai siti web senza permesso, "il che ha causato e continua a causare danni significativi agli editori, in termini di traffico, lettori e perdite di fatturato", si legge nel documento.
"Gli editori che utilizzano la ricerca Google non hanno la possibilità di negare che il loro materiale venga acquisito per l'addestramento", prosegue la coalizione, "o analizzato per i riepiloghi con l'IA, senza perdere la possibilità di comparire nella pagina dei risultati di ricerca generali". L'Independent Publishers Alliance sostiene inoltre che posizionare i riassunti generati dall'intelligenza artificiale in cima ai risultati favorisca il prodotto di Google rispetto ai contenuti originali degli editori.
Big G, dal canto suo, si difende affermando di contribuire al traffico dei siti web con miliardi di clic al giorno. Come scrive Reuters, il colosso sottolinea che le nuove esperienze basate su IA creano maggiori opportunità di scoperta. "Così le persone pongono ancora più domande, creando nuove opportunità per le aziende", le parole di un portavoce.
La questione non è isolata. A febbraio, negli Stati Uniti l'azienda di formazione online, Chegg, aveva accusato Google di violare la legge antitrust attraverso le analisi basate sull'intelligenza artificiale, minando la capacità di competizione degli editori, con conseguente calo di visitatori e abbonati.