Tecnologia

Google multata dall'UE per 2,95 miliardi di euro per concorrenza sleale

La Commissione europea accusa Google di abuso di posizione dominante nel settore adtech, l'azienda annuncia ricorso

5 settembre 2025
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La Commissione europea ha inflitto a Google una multa di 2,95 miliardi di euro (2,77 miliardi di franchi al cambio attuale) per aver violato le norme sui cartelli dell'UE distorcendo la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie ("adtech"). Lo riferisce lo stesso esecutivo europeo in una nota.

A Google è stato ordinato di porre fine a pratiche di autopreferenza e di attuare misure volte a eliminare i conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell'adtech.

Secondo indiscrezioni di stampa, non smentite, nei giorni scorsi il commissario europeo al commercio Maroš Šefčovič si sarebbe opposto all'emissione della multa, proponendo di sospenderla.

Secondo la Commissione, Google ha distorto la concorrenza favorendo i propri servizi tecnologici di pubblicità display in linea a scapito dei fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, degli inserzionisti e degli editori in linea. Palazzo Berlaymont, sede dell'esecutivo comunitario, aveva aperto l'indagine nel giugno 2021 e due anni dopo, nel giugno 2023, aveva inviato a Google una comunicazione degli addebiti, alla quale l'azienda ha risposto nel dicembre 2023.

In particolare, l'indagine della Commissione ha rilevato che Google detiene una posizione dominante nel mercato dei server di annunci per editori con il suo servizio "DoubleClick For Publishers"; e nel mercato degli strumenti di acquisto di annunci programmatici per l'open web con i suoi servizi "Google Ads" e "DV360".

La Commissione europea ha rilevato che, almeno tra il 2014 e oggi, Google ha abusato di tali posizioni dominanti, violando l'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, favorendo il proprio ad exchange AdX nel processo di selezione degli annunci gestito dal suo ad server dominante DFP, oltre che nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci Google Ads e DV360 piazzano le offerte sugli ad exchange.

Per il servizio antimonopolistico dell'UE le condotte di Google miravano intenzionalmente a conferire ad AdX un vantaggio competitivo, rafforzandone il ruolo nella catena di fornitura dell'adtech. La Commissione ha ordinato a Google di porre fine a queste pratiche di autopreferenza e di attuare misure per risolvere i suoi conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell'adtech.

Google ha ora 60 giorni di tempo per informare la Commissione in merito alle misure che intende proporre, misure che verranno poi valutate dal servizio antimonopolistico dell'UE. Nel determinare l'importo della enorme multa, la Commissione ha considerato diversi elementi, tra cui la durata e la gravità dell'infrazione, oltre che del fatto che Google era già stata sanzionata in passato per abuso di posizione dominante.

Google: "Faremo ricorso"

"La decisione della Commissione europea sui nostri servizi di tecnologia pubblicitaria è errata e faremo ricorso", ha intanto affermato in una nota Lee-Anne Mulholland, vicepresidente e responsabile globale degli affari regolamentari di Google.

"Si impone una sanzione ingiustificata e si richiedono modifiche che danneggeranno migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitti. Non c'è nulla di anticoncorrenziale - prosegue la nota - nel fornire servizi ad acquirenti e venditori di pubblicità, e ci sono più alternative ai nostri servizi che mai".

Secondo Google questo caso riguarda la sua attività pubblicitaria di terze parti, non gli annunci di ricerca. Sebbene rappresenti una parte limitata della nostra attività - riferisce Google - questa tecnologia aiuta gli editori a generare profitti consentendo agli inserzionisti di pubblicare annunci sui loro siti web, app e video, favorendo a loro volta l'accesso a un'ampia gamma di contenuti in linea.

L'indagine della Commissione europea si basa su interpretazioni errate del settore della tecnologia pubblicitaria, fortemente competitivo e in rapida evoluzione. Questa sanzione ingiustificata - conclude Google - è solo un altro esempio dell'applicazione sproporzionata delle leggi da parte dell'Europa nei confronti delle aziende statunitensi.