
Alla semifinale europea dei CrossFit Games in Germania in lizza anche il 22enne luganese Colin Bosshard
È una prima storica per il Ticino. A Berlino, fra i 120 atleti (60 uomini e 60 donne) che da venerdì si sfideranno a colpi di bilancieri e quant’altro nell’ambito della semifinale continentale di CrossFit, per la prima volta ci sarà anche un atleta rossoblù. Si tratta del 22enne Colin Bosshard.
In palio nella capitale tedesca ci saranno i biglietti per la fase finale dei CrossFit Games (i Mondiali della disciplina), che andranno in scena dall’1 al 6 agosto a Madison, nello stato americano del Winsconsin. A cui saranno ammessi solo le 40 migliori atlete e i 40 migliori atleti di tutto il pianeta (il contingente europeo è di undici crossfitter per sesso).
«Sì, sarebbe il coronamento di un sogno quello di potermi qualificare per la finale mondiale, ma forse è un po’ prematuro ambire a tanto», premette con umiltà il luganese, che è studente di sport e psicologia all’Università di Berna.
Da una premessa all’altra: in che cosa consiste di preciso il CrossFit? «In termini semplicistici si potrebbe dire che il CrossFit è la disciplina sportiva del fitness. Chi lo pratica ha come obiettivo quello di migliorare la forma fisica e il benessere generali. Tutto ciò attraverso una serie di movimenti funzionali eseguiti ad alta intensità, che si possono poi trasmettere nella vita di tutti i giorni, anche all’esterno della palestra».
E tu, come ci sei arrivato in palestra? «Ho iniziato presto a frequentare le palestre, visto che per dieci anni ho praticato la ginnastica artistica. Quando ho smesso mi sono subito reso conto che mancava qualcosa nella mia vita: cercavo un’attività che potesse comunque permettermi di mantenere una certa forma fisica e atletica. Così mi sono messo alla ricerca della disciplina più appropriata, e quasi per caso, cercando nell’immenso di internet, mi sono imbattuto nel CrossFit. È stato praticamente amore a prima vista: trovato un centro che lo proponesse, sono andato a provare e mi sono da subito trovato benissimo. Ho cominciato ad allenarmi a Lugano, per poi proseguire a Berna, dove mi sono spostato nel 2021 per motivi di studio».
Come si riesce a conciliare lo studio con lo sport praticato ad alti livelli? «Ovviamente non è facile trovare il tempo per tutto: occorre trovare la quadratura del cerchio. Ma, in fondo, anche questo è una sorta di allenamento. E finora le cose sono comunque andate bene per me... In ogni caso, per potermi allenare seriamente devo mettere in conto più o meno un paio di ore al giorno. Che, in previsione di Berlino, sono salite a due-tre ore quotidiane». E le vacanze? «Se vuoi mantenere una certa forma non puoi permetterti di staccare completamente la spina: bene o male è indispensabile restare un po’ in movimento. Se non direttamente in palestra, facendo una corsa all’aria aperta o nuotando, ad esempio».
E veniamo a Berlino: con quali premesse ti presenti all’appuntamento? «L’obiettivo, per quest’anno, era arrivare fino a Berlino, ragion per cui l’esserci riuscito mi appaga. Come detto, prima o poi mi piacerebbe qualificarmi per la finale mondiale dei CrossFit Games, anche se sono consapevole che con tutta probabilità quest’anno il sogno è destinato a restare tale. Diciamo che vivrò la competizione in Germania come un premio per gli sforzi profusi fin qui, e come un’occasione per maturare esperienza a questi livelli, in modo da potermi ripresentare all’appuntamento ancora più carico negli anni a venire. Non è la prima volta che partecipo alla competizione, ma in passato non ero mai riuscito a raggiungere questa fase della competizione (le prime selezioni sono rappresentate dai CrossFit Open, a cui possono partecipare tutti, seguite dai quarti di finale, a cui viene ammesso il 10% degli atleti di ogni Continente, ndr), per cui posso già ritenermi molto soddisfatto di quanto sia riuscito a fare».
Qual è la qualità che permette a un atleta di fare la differenza nel CrossFit? «Il buon crossfitter è un polivalente: non eccelle in un campo piuttosto che in un altro, ma deve possedere buone doti in ogni campo, dalla ginnastica alla forza fisica». E Colin Bosshard ha ancora margine di crescita? «Si: nell’ultimo anno ho già fatto un bel passo avanti, ma ritengo che ci sia un buon margine per crescere ulteriormente».
La partenza alla volta di Berlino è fissata per domani. «Giovedì sarò impegnato con le formalità pre-competizione, poi da venerdì e fino a domenica ci sarà... da sudare!». Come si articola la competizione? «Complessivamente gli atleti dovranno confrontarsi su un totale di 7 ‘workout’ (una serie di esercizi ad alta intensità ripetuti più volte): due il venerdì, tre il sabato e ancora due la domenica. E possono essere workout ‘For Time’ (l’obbiettivo di queste sfide è completare un determinato percorso nel minor tempo possibile), altri ‘Amrap’ (acronimo di As Many Round As Possible, ossia il maggior numero di serie completate in un determinato lasso di tempo) e altri ancora ‘For Load’ (sollevare il maggior peso possibile). Il punteggio ottenuto nei diversi workout determinerà poi la classifica finale».
Unico ticinese, ma non unico svizzero: a Berlino Colin Bosshard sarà infatti accompagnato anche da tre connazionali: Emiko Naez, Nicole Heer e Aline Wirz. «Ci sarebbe dovuto essere anche un altro elvetico (Jan Matiaska), che però all’ultima ha dovuto gettare la spugna in quanto infortunato».