Nel weekend chiuderà la sua prima stagione nel circuito maggiore, cercando di ben disimpegnarsi nella rassegna iridata di Lake Placid
La duplice campionessa del mondo U23 Debora Annen è sulle orme del padre Martin, triplice medaglia olimpica e doppia iridata. Una strada quasi scontata, eppure “non voleva che praticassi questa disciplina. Pensava che fosse troppo pericolosa". La svittese inizialmente voleva diventare una pallamanista, ma il suo corpo ha presentato il conto. Neppure molteplici operazioni e la scelta di giocare con la mano sinistra così da lenire il dolore al gomito hanno risolto il problema.
Durante un viaggio in taxi ha dunque conosciuto un bobbista di alto livello, Marcel Rohner. Nel dicembre 2020, all’età di 18 anni, dovette infatti affrontare la realtà: sui cavi dello sterzo del bob, i suoi gomiti non erano più un problema. E, nel frattempo, ha convinto anche suo padre. “Era molto nervoso, quando sono scesa da sola per la prima volta. Da quel momento in poi, mi ha però sempre sostenuta”. L’esperienza dell’ex pilota d’élite è ovviamente preziosa. “Ci siamo subito seduti insieme e abbiamo elaborato un piano per i prossimi cinque anni, cioè fino ai Giochi Olimpici del 2026”, ha sottolineato la 22enne. Finora il piano è stato rispettato alla perfezione.
Sì, perché nella sua prima stagione completa in Coppa del Mondo, Debora ha già ottenuto due quarti e un quinto posto nel monobob (e un altro quinto posto nel bob a due). Ha inoltre raggiunto il suo più grande obiettivo, laureandosi campionessa del mondo U23 in entrambe le discipline ad Altenberg. Certo, alcune cose non sono andate alla perfezione. Ma “nel complesso, è stata una stagione molto bella". Manca ancora una gara, i Mondiali di bob a due a Lake Placid, in programma venerdì e sabato. L’atleta sta continuando il suo apprendistato sull’impegnativa pista a nord di New York, dove ha ancora meno discese rispetto alla maggior parte delle sue rivali. Nel monobob, ricordiamo, si era dovuta accontentare del 13esimo posto.
Finora il piano quinquennale procede alla perfezione, le Olimpiadi del 2026 dovrebbero essere realtà. Per allora Debora sarà diventata una professionista, dopo aver lavorato l’estate scorsa nel ristorante del padre e aver iniziato la formazione in gestione alberghiera. Quest’estate frequenterà la scuola reclute per sportivi d’élite e potrà concentrarsi completamente sulla sua passione. E poi? “Poi faremo un nuovo piano”, ha concluso sorridendo la svittese, che in ogni caso vuole continuare almeno fino ai Giochi del 2030, quando le gare si terranno a La Plagne. A 28 anni.