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La magia di Mattia Piffaretti. ‘Incredibile, davvero’

Il portacolori della Sfg Chiasso brilla alle Universiadi in Germania, contribuendo a trascinare la Svizzera sul podio. ‘Nessuno di noi ci credeva’

Eleganza e compostezza del gesto tecnico, un ‘marchio di fabbrica’
5 agosto 2025
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Alle Universiadi di Essen, manifestazione sportiva riservata agli studenti universitari di tutto il mondo, la ginnastica artistica ha avuto una sua collocazione decisamente di primo piano, come a livello olimpico, e in quel contesto era presente anche la squadra rossocrociata, fra le cui fila c’era anche il rappresentante della Gem/Sfg Chiasso, Mattia Piffaretti, tornato a esibirsi su un palcoscenico internazionale dopo una lunga pausa forzata.

E un rientro agonistico migliore sicuramente neanche lo stesso Mattia poteva immaginarselo: infatti è anche grazie alla sua splendida esibizione che la Svizzera ha ottenuto la medaglia di bronzo nel concorso a squadre alle spalle di Giappone e Canada, un risultato meraviglioso a cui il ventitreenne chiassese Mattia Piffaretti ha contribuito in maniera davvero brillante.

Insomma, al rientro in una gara multipla completa dopo più di due anni di attesa, Mattia è stato davvero grande. «Sì sono davvero fiero di quanto ho fatto – dice il ginnasta chiassese –, neppure lontanamente mi sarei aspettato una simile prestazione. E pure la resa della squadra è andata ben oltre le attese. Certo ci siamo preparati tutti molto bene e io, finalmente, ho potuto beneficiare di un percorso di avvicinamento alle Universiadi che è stato ideale. Mi sentivo bene, e in gara tutto è andato per il meglio anche se ho avuto una incertezza proprio nell’esecuzione del primo elemento del primo esercizio, il suolo. Poi però ho saputo reagire e alla fine mi sono ritrovato al decimo posto, guadagnando così la qualifica alla finale individuale quale migliore ginnasta della squadra svizzera».

Un bronzo a squadre che fa davvero bene… «Incredibile, davvero. Nessuno di noi riusciva a crederci, e quando si è materializzato l’entusiasmo è salito alle stelle. Io poi ho ricevuto un bellissimo messaggio dall’allenatore nazionale Laurent Guelzec (alle Universiadi a seguire i ginnasti c’era infatti Nils Haller, collaboratore diretto di Guelzec), ciò che mi ha fatto immensamente piacere».

La finale individuale cui Mattia ha poi avuto il privilegio di partecipare ha avuto invero un esito un pochino più sofferto. Al termine il ginnasta della Sfg Chiasso si è piazzato in 17esima posizione, un risultato comunque di grande spessore per un ginnasta che rientrava dopo due anni di calvario durante i quali ha dovuto fare spesso i conti con la malasorte. «Sapevo che, dopo praticamente due anni di inattività agonistica completa, sopportare due competizioni nell’arco di tre giorni sarebbe stata molto dura dal punto di vista fisico. In effetti la fatica si è fatta sentire ma tutto sommato sono molto felice di quanto ho fatto».

Fatica ma anche un pizzico di sfortuna che ancora una volta ha fatto visita al ginnasta ticinese: infatti una presa maldestra alle parallele gli ha procurato una piccola contusione a un dito che non gli ha precluso di continuare la gara ma che gli ha successivamente impedito di presentarsi alla finale di specialità (proprio alle parallele) che si era brillantemente guadagnato.

La sua avventura alle Universiadi si è così chiusa con la finale individuale multipla e con uno stupendo esercizio al suolo dove, quale unico finalista e pure fra gli stessi specialisti della specifica disciplina, si è visto attribuire dai giudici un fantastico 9.00, quale nota di esecuzione individuale. Il suo “marchio di fabbrica” insomma, l’eleganza e la compostezza del gesto tecnico. Ciò che, a suo tempo, aveva convinto i tecnici federali a volerlo a Macolin e ciò che è emerso anche a Essen, cosa che potrebbe garantirgli un futuro ricco di altre soddisfazioni.