Il solettese, a cui sono stati nel frattempo sequestrati dei cavalli (un paio dei quali per errore), deve far fronte a un buco da oltre mezzo milione
È decisamente un periodaccio per Pius Schwizer. Dopo che giovedì scorso gli era piombata in casa la polizia, per sequestrare alcuni dei suoi cavalli, ieri il cavaliere solettese, uno dei più affermati nel panorama nazionale, è stato scaricato dalla Federazione svizzera di ippica, che l’ha sospeso con effetto immediato. ‘In conformità con i regolamenti in vigore e con i valori difesi da Swiss Equestrian – si legge nella nota inviata alle redazioni –, l’attuale situazione di Pius Schwizer non è più compatibile con i requisiti necessari per rappresentare la Svizzera nella squadra nazionale d’élite nel salto a ostacoli’.
Non è certo la prima volta che in questi ultimi anni Swiss Equestrian si vede costretta a intervenire con una decisione del genere: infatti, era già successo non più di due anni fa, nel caso di Paul Estermann, cavaliere lucernese messo al bando per sette anni (squalifica poi ridotta a quattro a seguito dell’accettazione di un suo ricorso) dopo essere stato condannato per ripetuti episodi crudeltà nei confronti degli animali da parte del Tribunale cantonale lucernese. Stavolta, però, la decisione presa dalla Federippica nazionale – che rimarrà in vigore a tempo indeterminato, e verrà riesaminata a scadenze regolari dalla Commissione di selezione – è stata presa per tutt’altri motivi. All’origine dei guai di Pius Schwizer non ci sono né questioni penali, né frodi sportive: nel caso del sessantatreenne cavaliere il problema è esclusivamente legato ai soldi. Tanti soldi verrebbe da dire, siccome il buco che ha accumulato supererebbe il mezzo milione di franchi e sarebbe legato essenzialmente a prestiti ricevuti che il campione, già numero uno al mondo, non è stato in grado di onorare. Una situazione non nuova, comunque, riverberata anche dalla pandemia di Covid che avrebbe fatto esplodere le cifre.
In particolare, colui che a giusto titolo è considerato uno dei big dell’equitazione rossocrociata, e attualmente occupa il cinquantaseiesimo posto nel ranking Fei (la Federazione internazionale d’equitazione), avrebbe un contenzioso con una coppia di ultrasettantenni lucernesi, Brigitte e Kurt Schreier, proprietari tra l’altro di Castiel, un sauro che allora aveva nove anni e con cui Schwizer prese parte al Csi di Ascona del 2023, piazzandosi dodicesimo sia nel Gran premio, sia in un’altra prova 4 stelle, guadagnando nell’occasione poco più di tremila euro.
A proposito di Ascona: il solettese, bronzo a squadre alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 (e quarto a quelle di Londra quattro anni più tardi) figura al sesto posto dell’entry list dei cavalieri annunciati dalla Fei per la nuova edizione del Csi di Ascona, in cartellone dall’11 al 14 settembre. Tuttavia, nonostante la sospensione decisa ieri da Swiss Equestrian, nulla esclude che Schwizer possa comunque prendervi parte a livello individuale: infatti, l’unica prova a cui Schwizer non può partecipare è il Premio delle Nazioni, poiché in quel caso lo farebbe in rappresentanza del proprio Paese, ma quella gara nel programma del concorso verbanese non c’è, non trattandosi di un Csio che è la massima espressione dell’ippica a livello internazionale, dopo le Olimpiadi e i Mondiali, beninteso.
Resta ora da capire quali sviluppi prenderà la vicenda di Pius Schwizer. Quel che è sicuro è che il ’feuilleton’ non sembra ancora essere arrivato all’ultimo capitolo, anche perché, stando a quanto riportano i media d’oltralpe, nel suo intervento la polizia avrebbe commesso un errore, sequestrando due cavalli che neppure erano di proprietà dello stesso Schwizer, ma che apparterrebbero invece a un proprietario francese, tale Lionel Aboudaram, il quale – pratica comune nell’equitazione – glieli avrebbe affidati affinché se ne prendesse cura.