Spenti i riflettori sul 32esimo Csi Ascona, con il presidente del comitato d’organizzazione della kermesse Renato Bernasconi è tempo di un primo bilancio
Ascona – «Sono state quattro giornate sicuramente impegnative, ma pure all’insegna del grande sport: anche la trentaduesima puntata va agli archivi come un evento riuscito». Sono le prime considerazioni, a caldo, di Renato Bernasconi, presidente del comitato d’organizzazione del Csi Ascona. L’eco delle note dell’inno svizzero, risuonato a bordo del campo di gara in onore di Barbara Schnieper – incoronata domenica quale nuova regina della manifestazione di salto più prestigiosa su suolo ticinese e tra le più rinomate del calendario nazionale, che anche quest’anno ha portato in riva al Lago Maggiore gente da tutto il mondo – s’è da poco spenta.
È il momento dei bilanci, seppur ancora parziali, «anche perché, finite le gare, ora comincia un altro importante e lungo lavoro che andrà avanti, nell’ombra, per diverse settimane ancora: quello necessario per riportare il terreno di gara e l’area tutt’attorno allo stato originale», prosegue il nostro interlocutore. Che, globalmente, si dice soddisfatto di quanto andato in scena da giovedì a domenica scorsi sul terreno dell’ex Aerodromo: «Quattro giorni in cui abbiamo avuto una folta cornice di pubblico, accorso in modo massiccio in particolare nella giornata conclusiva di domenica. Sicuramente anche grazie al fatto che da qualche anno a questa parte abbiamo proposto e promosso la gratuità per tutta le giornate della manifestazione facendone un po’... il nostro cavallo di battaglia. Un pubblico oltretutto entusiasta e partecipe, che ha seguito le diverse gare, e non solo il Gran premio del circuito 4 stelle, con il fiato sospeso fino all’ultimo ostacolo. D’altro canto non è una novità, ma una sorta di magia che si ripete anno dopo anno, al punto che il Csi Ascona è ormai un punto fisso nel calendario delle grandi manifestazioni, sportive e no, della nostra regione, e come tale capace di generare un marcato indotto, diretto e indiretto».
Sportivamente parlando, cosa si può dire di questo 32esimo Csi Ascona? «Quest’anno, ancora una volta, possiamo dirci orgogliosi di essere riusciti a proporre un bouquet di partecipanti di prima scelta, che hanno reso avvincenti e appassionanti le gare. Ad Ascona però hanno trovato pane per i loro denti». Parole, quelle del numero 1 della kermesse, suffragate dai fatti, pensando al Gran Premio del circuito 4 stelle, con un primo percorso che ha fatto strage di cavalieri e amazzoni dal pedigree di primissimo piano: a pagare dazio, tanto per citarne alcuni, sono stati tra gli altri i vari Martin Fuchs, Pius Schwizer, Edouard Schmitz, John Whitaker, Laura Kraut, Gudrun Patteet... L’elenco è assai lungo, se si pensa che a ‘salvarsi’, qualificandosi per il barrage, sono stati unicamente quattro binomi dei 45 iscritti. «Sì, il tracciato che ha preparato il costruttore dei percorsi per il Gran premio 4 stelle alla prova dei fatti si è rivelato realizzato su misura per la posta in palio: non ha fatto sconti a nessuno, alzando l’asticella della manifestazione».
L’unico neo di una quattro-giorni di salti altrimenti ottimamente riuscita è stato il maltempo, che ha costretto gli organizzatori prima a spostare l’ultima gara del sabato alla domenica e poi a rivedere il programma della giornata conclusiva annullando un concorso del circuito 4 stelle: «Dopo l’acquazzone di sabato sera, breve ma di notevole intensità, non si poteva fare altrimenti. È stata una decisione presa a malincuore, ma mettendo davanti a tutto e a tutti la salute di cavalieri, amazzoni e cavalli, la cui priorità è imprescindibile».
Archiviata la trentaduesima edizione, è già tempo di pensare a quella dell’anno prossimo: «Logicamente, visto l’alto gradimento raggiunto e consolidato negli anni dal Csi Ascona, tanto fra il pubblico quanto tra i partecipanti, la volontà è quella di proseguire per parecchi anni ancora. Anche se la sola volontà non basta: per andare avanti è necessario l’impegno corale di tutti, dagli organizzatori agli sponsor, passando per le autorità e lo staff di collaboratori. Quello che abbiamo proposto negli scorsi giorni per la trentaduesima volta è il frutto di un immenso lavoro di squadra. Si pensi che sull’arco dei quattro giorni la nostra ‘squadra’ impegna una sessantina di persone, e una ventina per quel che concerne i lavori prima e dopo la manifestazione. Ora faremo le nostre riflessioni organizzative, anche importanti, per poter garantire un futuro al Csi Ascona. Ma, come dicevo in apertura di chiacchierata, prima di pensare al futuro, su cui ci chineremo nei prossimi mesi, occorre ancora pensare al presente e... al recente passato, riportando alle condizioni originali l’area della manifestazione», conclude Bernasconi.